domenica 18 dicembre 2022

Orgiva #78

 La luna gira e gira e salgono e scendono le emozioni come fossero maree, lacrime e risa, più lacrime che risa e le attrazioni magnetiche dei pensieri negativi, li osservavo mentre rifluivano e aspettavo che mi abbandonassero, delle decisioni andavano sempre prese anche se non avrei voluto, soprattutto adesso che mi trovavo sul lato oscuro di me stesso e una voce suggeriva di mollare definitivamente ogni cosa, le piccole stupide illusioni quotidiane, i desideri irrealizzabili che mi tormentavano, le parole che mi facevano ancora male, questa inutile e oscena cattività, questa gabbia di sentimenti soffocanti. 

A volte il pensiero della morte mi sembrava una dimensione appagante, quieta, poi ci sarebbe stata l’attesa della prossima rinascita, nella quale mi sarebbe piaciuto essere una pietra, un albero o magari un gatto ma mai, mai, mai più un essere umano, questo no, era uno scherzo crudele, un ridicolo spettacolo di poche ore, come aveva detto qualcuno, ripetuto per secoli, ognuno con la sua meschina brama di dire e fare quando era così evidente come ogni cosa fosse passeggera e transitoria, la gloria, la fama, il successo, il potere, erano una moltitudine di sciocchezze che avevano la stessa consistenza dell’aria o forse anche meno.

Le rondini volavano veloci nel cielo e Pepe sembrava invecchiato di quasi dieci anni, avevano smantellato il Chico Bar (chissà dove erano finiti Miguel e i suoi parrocchiani) e ci avevano fatto un altro di quei ritrovi vegani per hippie con i soldi e suonatori di tamburi barbuti e gaudenti, che non capivo bene se anche loro avessero iniziato a starmi sui coglioni. La luce del sole mi avvolgeva mentre fantasticavo ancora sulla concreta possibilità di rimanere per i miei anni a venire nella pura contemplazione di me stesso, di quello che avevo dentro, dei riflessi interiori, delle meraviglie della natura, del film incessante dei ricordi. E poi il silenzio e la danza della mente, quando i pensieri tacevano e apparivano forme e colori e coreografie di intuizioni o idee senza senso che potevano diventare arte o follia, che potevano trasformarsi in uno scritto, corsaro suggeriva sorridendo un vecchio scrittore omosessuale, come quello di adesso, quando la mano scivola lungo l’orizzonte del foglio, del mare interiore, senza sforzo, senza attriti e io mi sento di nuovo a casa, in questo mondo e in quelli dell’immaginazione, dove ci saranno altri viaggi ad aspettarmi, dove c’è la misteriosa consapevolezza che la vita stessa sappia dove condurmi, in altri luoghi ancora sconosciuti eppure già così familiari al mio cuore.

C’era ancora il profilo di una montagna che respira davanti ai miei occhi e poi chissà cosa al di la delle sue linee che vibrano di colori caldi e pulsanti, forse solo la maestosità dell’abisso che ci portiamo dentro, che si agita, freme e ondeggia senza mai smettere di essere puro e immobile nelle profondità del suo oscuro splendore.


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