sabato 27 ottobre 2012

Amsterdam #5



L’ombra camminava lungo i muri dei canali, seguendo le direttive di un labirinto mentale, di cui solo i suoi impulsi o forse la sua psiche conoscevano l’uscita. Girare e guardare. L’ombra sembrava uno di quegli antichi penitenti medievali, che trovavano nel tormento della carne e nella sofferenza fisica una forma di purificazione e una libertà che li trasportava nella più alta sfera del loro spirito. Gli sarebbe piaciuto essere un penitente. Un monaco. Un’asceta.
L’ombra sentiva il bisogno della punizione e la cercava.
La vide dietro la porta rossa. Entrò e lei gli sorrise.
L’ombra si spogliò della propria oscurità, colpito e ferito, umiliato e urlante, divenne puro splendore. I suoi occhi erano varchi aperti su altri mondi. Esplose in un getto di luce bianca. Dopo una settimana di tormenti inflitti: mentali e fisici.
Era il compimento di un antico rituale.
Ogni società aveva esorcizzato i demoni che divorano i cuori degli uomini attraverso rituali. Sacri o pagani.
Appoggiò il suo volto sopra i suoi seni. Lei gli accarezzò i capelli. Si guardarono negli occhi e si baciarono piano.
L’ombra pagò la ragazza.
La ragazza sorrise.
Parlarono.
L’ombra uscì nel mondo, di nuovo umano.

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