martedì 9 ottobre 2012

industrial #11


Lo sciamano era apparso all’interno di un sogno e mi aveva descritto il modo per preparare la sostanza. Aveva un viso molto antico, solcato da rughe eterne, un volto nel quale non si poteva scorgere nessuna traccia di sofferenza, ma neanche di felicità, un volto che aveva trasceso l’inutile susseguirsi delle emozioni, degli stati d’animo, lo sciamano mi aveva detto che la realtà era mutevole, che le forme cambiavano e si trasformavano in continuazione, che era indispensabile, per potersi evolvere, riuscire a guardare oltre, oltre le forme, perché l’essenza, la luce che brillava, era unica e illuminava in maniera diversa le figure che le passavano davanti, la luce era la stessa che illuminava la nostra mente, era una duplice proiezione, un duplice guardare. 
Andai a cercare la radice, nelle zone erbose che c’erano tra la Fabbrica e il muro che la circondava e ne delimitava il perimetro. La trovai sotto un intrico di foglie secche e rami spezzati, scavai la terra con le mani, era morbida, forse aveva piovuto da poco, non ricordavo, la terra era umida e aveva un odore dimenticato nei recessi dell’infanzia, tirai fuori la radice, presi una piccola sega che avevo trovato in un armadio, in una delle stanze dei piani superiori di un edificio della Fabbrica. Tagliai una parte di radice e la misi all’interno di un pezzo di stoffa strappato da chissà quale vestito. Piegai la stoffa intorno alla radice e feci una sorta di piccolo sacchetto, lo tenni in mano e continuai la mia ricerca. Mi servivano ancora i pistilli di due fiori, da cui avrei dovuto togliere tutti i petali e la corolla. Li trovai che crescevano lungo i muri della Fabbrica, quello rosso, nelle zone di luce e quello blu, nelle zone buie. Mancava una sola pianta. La vidi sotto la cisterna, cresceva solitaria, in mezzo ai detriti dei muri. La colsi e la misi nel sacchetto insieme agli altri ingredienti per preparare la sostanza. 
Mi spogliai, trovai delle penne di un misterioso uccello e me le misi fra i capelli, trovai del fango all’interno di una pozzanghera e me lo spalmai sul corpo, andai a cercare della legna. Dovevo scegliere un luogo per il mio rituale. Doveva essere all’aperto. Vicino alla cisterna, pensai. Posai la legna presso uno dei piloni della cisterna e andai a raccogliere delle pietre. Feci un cerchio con le pietre e nel mezzo vi misi la legna. Presi dei pezzi di cartone da alcuni scatoloni che giacevano nel deposito delle pillole, scatoloni vuoti. La mente avrebbe cancellato tutto, una volta diventati vecchi. Sul nastro mentale ogni cosa sarebbe stata rimossa. Reset completo. Una nuova vita. La morte. Diedi fuoco al cartone e alla legna con uno degli accendini che avevo trovato nelle mie perlustrazioni della Fabbrica e che conservavo nella mia stanzetta. La legna iniziò a bruciare e il fuoco a crescere, mi sedetti su una pietra e lo guardai. Poi mi alzai e andai a prendere una pentola grande, dentro quella che in un altro tempo era stata la cucina della Fabbrica. La riempii di acqua e la misi sul fuoco, avevo incastrato tra le pietre del cerchio delle assi di ferro. Mi sedetti di nuovo. L’acqua iniziò a bollire e versai dentro la pentola i pistilli dei fiori ancora interi, l’erba che avevo raccolto e la radice. Ora dovevo attendere. Passò una notte e il fuoco arse, ogni tanto aggiungevo altra legna. E attendevo. Con l’arrivo dell’alba tolsi la pentola dal fuoco, aiutandomi con degli stracci legati intorno alle mani per non bruciarmi. Il fango sul mio corpo era secco. Posai la pentola su una pietra piatta e attesi. Camminai sulla terra, attento a non ferirmi i piedi. Presi una pillola verde e le piante cominciarono a muoversi, si legarono di nuovo intorno ai miei polsi e alle mie caviglie, l’acqua iniziò a uscire fuori dalle piante e a salire e scendere per tutto il mio corpo, mi entrò nelle orecchie, nel naso e la sentii muoversi dentro di me, ero come un vegetale, i miei piedi divennero radici, le mie braccia rami, il cazzo divenne duro ed esplose in una miriade di pollini gialli. 

Il vento smise di soffiare. 

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