Sono con flavia in una stanza, siamo seduti su un letto e stiamo parlando, mi dice che in parecchi l’hanno cercata durante questi anni, le dico che invece io ho dovuto aspettare molto tempo prima di chiamarla di nuovo, perché? Perché erano così profonde le ferite che mi avevi lasciato nel cuore che non sapevo neanche se un giorno si sarebbero rimarginate, lei mi guarda, non sai mai mentire, sussurra, ti ho amata così tanto, le dico, lei si alza, sembra contrariata, mi sdraio sulla pancia e lei comincia a darmi degli schiaffi sul sedere, cosa sono? Carezze? Le dico, sfidandola, lei prende una cinta di pelle e mi colpisce di nuovo, le consiglio di non farlo sulla faccia, perché? E’ una zona delicata, ci sono gli occhi, le orecchie, il naso, puoi sbagliarti e procurare gravi lesioni, mi arriva un’altra cinghiata sulla schiena, non mi fai male, le dico, non sento nulla – siamo abbracciati sul letto, perché non hai mai voluto stare con me? Le domando, ci sono stati così tanti uomini nella tua vita, perché non io? Mi guarda silenziosa, mi dispiace, sussurra, non fa niente, le dico, eravamo solo dei ragazzi, poi mi domanda se può fare qualcosa per me, se ho bisogno di aiuto, no, non mi serve nulla, poi le accarezzo la schiena con le punta delle dita – c’è stato un giorno in cui ero nella tua camera e mi avevi confidato un segreto, poi qualcosa si era sciolto nel tuo cuore e avevi iniziato a piangere, abbracciandomi, ricordo ancora il calore delle tue lacrime, poi la tua lingua nel mio orecchio, avrei dovuto scoparti in quella calda ambiguità dei sentimenti, non l’ho fatto, ci avrebbero pensato gli anni a farmi diventare un amante migliore.
giovedì 26 gennaio 2017
dream #51
Sono con flavia in una stanza, siamo seduti su un letto e stiamo parlando, mi dice che in parecchi l’hanno cercata durante questi anni, le dico che invece io ho dovuto aspettare molto tempo prima di chiamarla di nuovo, perché? Perché erano così profonde le ferite che mi avevi lasciato nel cuore che non sapevo neanche se un giorno si sarebbero rimarginate, lei mi guarda, non sai mai mentire, sussurra, ti ho amata così tanto, le dico, lei si alza, sembra contrariata, mi sdraio sulla pancia e lei comincia a darmi degli schiaffi sul sedere, cosa sono? Carezze? Le dico, sfidandola, lei prende una cinta di pelle e mi colpisce di nuovo, le consiglio di non farlo sulla faccia, perché? E’ una zona delicata, ci sono gli occhi, le orecchie, il naso, puoi sbagliarti e procurare gravi lesioni, mi arriva un’altra cinghiata sulla schiena, non mi fai male, le dico, non sento nulla – siamo abbracciati sul letto, perché non hai mai voluto stare con me? Le domando, ci sono stati così tanti uomini nella tua vita, perché non io? Mi guarda silenziosa, mi dispiace, sussurra, non fa niente, le dico, eravamo solo dei ragazzi, poi mi domanda se può fare qualcosa per me, se ho bisogno di aiuto, no, non mi serve nulla, poi le accarezzo la schiena con le punta delle dita – c’è stato un giorno in cui ero nella tua camera e mi avevi confidato un segreto, poi qualcosa si era sciolto nel tuo cuore e avevi iniziato a piangere, abbracciandomi, ricordo ancora il calore delle tue lacrime, poi la tua lingua nel mio orecchio, avrei dovuto scoparti in quella calda ambiguità dei sentimenti, non l’ho fatto, ci avrebbero pensato gli anni a farmi diventare un amante migliore.
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