Le stanze dalle strane forme, architetture e interni onirici, le foto di mio zio marco, emanuela e marta che riempiono una parete, incorniciate e di varie dimensioni, cammino per le camere, perdendomi, cercando di ricordare percorsi e mappe mentali – nella sala da pranzo, matteo, bekah e lynn seduti ad un tavolo che mi stanno aspettando, mi siedo e ignoro lynn, quell’antica sensazione, il disagio e l’impossibilità di esprimere ciò che sto provando, mi alzo e mi allontano, alla ricerca di una bottiglia di vino – ci sono ospiti che si muovono nella casa e trovo valerio appoggiato ad un divano, gli dico che bisogna assolutamente andare a comprare altra roba da bere, perché? chiede lui, perché ho voglia di ubriacarmi – l’abbraccio di matteo su un letto, stretto, gli accarezzo la testa, le sue braccia intorno ai miei fianchi – oltre una porta una ripida e paurosa distesa di arena, fino ad uno spazio enorme e oscuro tra pareti di cui non riesco a scorgere la fine, provo a scendere e mi ritrovo sulla sabbia bagnata, è buio, guardo in alto, la porta da dove sono venuto è lontana, piccola, il pendio è così erto che mi sembra impossibile risalirlo, provo comunque a farlo, seguendo uno stretto sentiero diagonale, scuro, la paura di cadere, di precipitare, arrivo alla porta, di nuovo nella casa, un labirinto di stanze, i corridoi silenziosi della mente.
lunedì 30 gennaio 2017
dream #52
Le stanze dalle strane forme, architetture e interni onirici, le foto di mio zio marco, emanuela e marta che riempiono una parete, incorniciate e di varie dimensioni, cammino per le camere, perdendomi, cercando di ricordare percorsi e mappe mentali – nella sala da pranzo, matteo, bekah e lynn seduti ad un tavolo che mi stanno aspettando, mi siedo e ignoro lynn, quell’antica sensazione, il disagio e l’impossibilità di esprimere ciò che sto provando, mi alzo e mi allontano, alla ricerca di una bottiglia di vino – ci sono ospiti che si muovono nella casa e trovo valerio appoggiato ad un divano, gli dico che bisogna assolutamente andare a comprare altra roba da bere, perché? chiede lui, perché ho voglia di ubriacarmi – l’abbraccio di matteo su un letto, stretto, gli accarezzo la testa, le sue braccia intorno ai miei fianchi – oltre una porta una ripida e paurosa distesa di arena, fino ad uno spazio enorme e oscuro tra pareti di cui non riesco a scorgere la fine, provo a scendere e mi ritrovo sulla sabbia bagnata, è buio, guardo in alto, la porta da dove sono venuto è lontana, piccola, il pendio è così erto che mi sembra impossibile risalirlo, provo comunque a farlo, seguendo uno stretto sentiero diagonale, scuro, la paura di cadere, di precipitare, arrivo alla porta, di nuovo nella casa, un labirinto di stanze, i corridoi silenziosi della mente.
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