domenica 24 dicembre 2017

Noddfa Dawel #2

Stanze dalle pareti gialle e donne impazzite da abbandoni e fallimenti, progetti che le discariche della vita raccoglievano, si collezionavano miserie e oggetti senza più valore, spazi fisici e mentali che il disordine disponeva in geometrie da crisi di astinenza. Qualcuno aveva abbandonato la città per rifugiarsi tra le colline, si costruivano case e si scopava liberamente, poi c’erano state fughe e false identità, bisognava nascondersi dalla polizia e aspettare. Dipendenze e alcolizzati cronici che spaccavano le vetrine dei pub per fregarsi qualche bottiglia di liquore, pere e punizioni, pene e umiliazioni, le stanze oscure con le pareti imbottite, le voci e le urla, terapie sperimentali e pillole di acido per frantumare la psiche, distorsioni comportamentali e lingue che nessuno sembrava comprendere, ripetilo ancora, suggeriva la dottoressa, mentre accavallava le gambe e potevi vederle l’orlo delle calze, legato sul lettino, i coglioni che pulsavano, una settimana senza sborrare, questa sembrava essere la sua strategia, mentre si sfilava le scarpe, conoscendo bene le tue debolezze e scoprendone di nuove, seduta dopo seduta, domanda dopo domanda, dovremmo continuare con questa terapia, diceva, guardandoti negli occhi, non riuscivi a controllare le tue erezioni, lei prendeva appunti, poi se ne andava, il cazzo di marmo negli anelli di costrizione.
Luoghi bui e fantasie proibite e giorni che svanivano oltre le sbarre di prigioni compulsive, ossessioni e ripetizioni, qualcuno ti aveva dato dei pennelli, i disegni sui muri, la vernice che colava, stilizzazioni falliche, camice di forza, il tempo e l’attesa, il ronzio delle lampade, i corridoi che sussurravano agonie senza uscite.


Nessun commento:

Posta un commento

freewheelin' #82

  Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...