giovedì 12 agosto 2021

Orgiva #55

 Tomate, aguacate, aceite de oliva y sal con una alhambra especial accanto e Miguel che si versava un altro bicchiere di vino costa e gli uomini intorno a lui che parlavano di cose da uomini, cose per le quali non ho mai avuto nessun interesse, preferendo sempre di più starmene in silenzio, in disparte, a scrivere e a immaginarmi la vita.

E la disperazione che ho visto prendersi il corpo e l’anima di Sara, una notte, dopo che aveva parlato al telefono con uno dei suoi vecchi amanti, malato di cancro, una disperazione così devastante, oscura, tangibile, come se fosse stata una maledizione, un terribile e antico sortilegio, non sapevo cosa fare, come farla uscire da quel luogo, le sono stato vicino, solo questo, poi siamo andati a dormire, ho pianto in silenzio quando mi ha confessato che aveva tentato di suicidarsi due volte e poi… sono di nuovo qui, al sole, fuori del Chico Bar, con l’odore del pomodoro e dell’olio e del sale che mi fanno venire in mente i ricordi delle estati con mia nonna e le merende nel pomeriggio e quella luce e le sensazioni di essere ancora un bambino e qualcosa che è scomparso e che la memoria cela e racchiude e che alla fine è stato meglio così, le fotografie delle cose perdute, i volti immobili nella penombra di una dolce malinconia e poi… sono un’altra volta nel corridoio di casa e Sara è davanti a me e ho una erezione solo a baciarla sul collo e lei mi afferra il cazzo e lo stringe e mi sorride, non ora, sussurra, non ora e poi… ci sono i neon all’interno di una palestra, il soffitto nero come la vernice chimica che dipinge una notte metropolitana e le forme tubolari di attrezzature e macchine per far lavorare i muscoli, un’estetica di corpi e linee e raggi di sole che entrano obliqui dalle grandi vetrate e mi trasportano nella dimensione fluida di un sogno, un luogo dove sono già stato, chissà quando, un luogo dal quale non mi sono mai svegliato e poi… ci sono gli occhi di Sara che sorridono ancora e la bacio leggermente sulle labbra in un’altra mattina di un’intensità inaudita, dopo un’altra notte che sono gli incubi e le paure a trasformare nel mistero dell’attesa dell’alba, qualcuno morirà fra le nostre braccia e qualcuno ci stringerà quando sarà arrivato il nostro momento, per dirci addio o più semplicemente arrivederci.

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