Cammino per le strade di un quartiere di una città, è ostiense nel suo doppio onirico, sono insieme a marco e deve essere una domenica mattina, sul presto, perché intorno a noi ci sono decine di ragazzi e ragazze che sembrano usciti da qualche discoteca dopo aver ballato tutta la notte – lungo le vie si affacciano degli edifici industriali abbandonati e in rovina, passiamo accanto ad uno strano veicolo, una specie di vecchio autobus in cui vendono cose da mangiare e da bere, provo a guardare dentro, è abbastanza buio ma riesco a scorgere le sagome di bizzarri macchinari per preparare panini e altra roba, dico a marco di dare un’occhiata, poi proseguiamo – ci avviciniamo ad un gruppetto di ragazze che stanno camminando davanti a noi, la luce del giorno adesso è più intensa, ascolto le loro voci e una di esse mi suona familiare, osservo meglio la ragazza che sta parlando, è eleonora, ho avuto con lei una breve storia quando ero adolescente, io e marco continuiamo a seguirla, più che altro perché stiamo andando nella stessa direzione, lei si gira e mi guarda, poi si stacca dalle sue amiche e decido di raggiungerla, lei si ferma, ci scambiamo uno sguardo, mi riconosce, mi chiede se mi chiamo emiliano, le dico di si, sorride e ci abbracciamo – io e lei siamo in una stanza e ci stiamo baciando, poi ci raccontiamo tante cose e lei si ricorda frasi e parole che io e marco usavamo per divertirci quando eravamo ragazzi, episodi del passato, scherzi e giochi, ci baciamo ancora, le dico che quando mi ha lasciato mi ha spezzato il cuore, lei dice che a volte capita di ferirsi, adesso devo andare, sussurra, posso accompagnarti? le chiedo, lei annuisce silenziosa – siamo di nuovo per strada e camminiamo senza parlare, la saluto ad un angolo, mi fermo e la vedo entrare in un edificio, poi mi giro e torno verso casa, infilo le mani nelle tasche dei pantaloni, c’è un bigliettino piegato, lo tiro fuori e lo apro, old love dies, c’è scritto, lo butto per terra, solo un altro rifiuto nella spazzatura del mondo.
giovedì 15 dicembre 2016
dream #47
Cammino per le strade di un quartiere di una città, è ostiense nel suo doppio onirico, sono insieme a marco e deve essere una domenica mattina, sul presto, perché intorno a noi ci sono decine di ragazzi e ragazze che sembrano usciti da qualche discoteca dopo aver ballato tutta la notte – lungo le vie si affacciano degli edifici industriali abbandonati e in rovina, passiamo accanto ad uno strano veicolo, una specie di vecchio autobus in cui vendono cose da mangiare e da bere, provo a guardare dentro, è abbastanza buio ma riesco a scorgere le sagome di bizzarri macchinari per preparare panini e altra roba, dico a marco di dare un’occhiata, poi proseguiamo – ci avviciniamo ad un gruppetto di ragazze che stanno camminando davanti a noi, la luce del giorno adesso è più intensa, ascolto le loro voci e una di esse mi suona familiare, osservo meglio la ragazza che sta parlando, è eleonora, ho avuto con lei una breve storia quando ero adolescente, io e marco continuiamo a seguirla, più che altro perché stiamo andando nella stessa direzione, lei si gira e mi guarda, poi si stacca dalle sue amiche e decido di raggiungerla, lei si ferma, ci scambiamo uno sguardo, mi riconosce, mi chiede se mi chiamo emiliano, le dico di si, sorride e ci abbracciamo – io e lei siamo in una stanza e ci stiamo baciando, poi ci raccontiamo tante cose e lei si ricorda frasi e parole che io e marco usavamo per divertirci quando eravamo ragazzi, episodi del passato, scherzi e giochi, ci baciamo ancora, le dico che quando mi ha lasciato mi ha spezzato il cuore, lei dice che a volte capita di ferirsi, adesso devo andare, sussurra, posso accompagnarti? le chiedo, lei annuisce silenziosa – siamo di nuovo per strada e camminiamo senza parlare, la saluto ad un angolo, mi fermo e la vedo entrare in un edificio, poi mi giro e torno verso casa, infilo le mani nelle tasche dei pantaloni, c’è un bigliettino piegato, lo tiro fuori e lo apro, old love dies, c’è scritto, lo butto per terra, solo un altro rifiuto nella spazzatura del mondo.
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