lunedì 2 ottobre 2017

Il mio piccolo vortice di vita quotidiana (2005)

Cerco risposte ai miei fallimenti.
Il mio piccolo vortice di vita quotidiana.
Qualcosa che credo di avere solo io.
Cerco una risposta.
All’inadeguatezza, alle continue frustrazioni, alle innumerevoli porte chiuse.
Mi sbatto tra fogli e recensioni e pagine fitte di parole.
Sempre alla ricerca di qualcosa.
Non trovo appagamento.
Non trovo realizzazione.
Il mio piccolo vortice di vita quotidiana.
Fatto di mille pensieri, delle solite illusioni, dei miei sogni.
Tutte queste frasi e queste immagini nella mente.
Che si mischiano, si confondono, si rincorrono.
I giorni passano inesorabili.
Lentamente.
A volte più veloci.
Qualcuno continua a ripetere che ti devi sbrigare.
Che ti devi trovare un lavoro.
E io continuio a scrivere e a vedere film e a sperare.
Che tutto quello che ho fatto fino adesso non vada sprecato.
Che tutte queste parole non svaniscano come nebbia in una giornata di sole.
Hai bisogno di una casa.
Di uno stipendio.
Di una macchina.
Ma parole come mutuo, prestito, cambiale mi fanno venire il voltastomaco.
Pensare di lavorare trenta anni per comprarmi una casa mi fa venire il voltastomaco.
Ma non credo di avere molte possibilità.
Le mie sono solo illusioni che la vita sta aspettando di distruggere.
La vita è bastarda, lo so.
Ma non posso farci niente.
Continuo ininterrottamente ad illudermi.
Ad ascoltare inerme le voci nella mia testa.
Che mi parlano di luoghi e persone e storie.
Poi quando non ce la faccio più le butto fuori.
Le butto su un foglio bianco.
E mi sembra che qualcosa abbia preso forma.
Qualcosa di mio.
Qualcosa di speciale.
Ma i dubbi ritrornano.
E mi tormentano.
Pensieri che si trasformano ininterrottamente.
Il mio piccolo vortice di vita quotidiana.
Le mie frustrazioni.
Le mie delusioni.
Tutto si mischia e a volte prende il soprravvento.
E io divento triste e cupo e chiuso.
Ma non è più come prima.
Prima era diverso.
Accadeva più spesso.
Ora mi conosco meglio.
So come difendermi dal mio disfattismo.
E dall’angoscia.
E dalla paura del domani.
Le parole mi danno forza e mi dicono di andare avanti.
Di sperare in questa vita così meravigliosa che potrebbe capitarmi.
Di tutto quello che hai nascosto nel cuore e che aspetti di vedere reale.
La vita è bastarda, lo so.
Ma fino a che punto?
Fino a che punto puoi soffrire e gioire?
Fino a che punto avrai il coraggio di affrontare tutto questo?
Non so rispondere.
Io continuo ad aspettare.
Ma il futuro si fa sempre più vicino.
E il mio coraggio è appeso a un filo.
Il mio coraggio è come una lama.
Non mi rimane altro che correrci sopra.
E vedere, con gli occhi bene aperti, cosa succede.
Forse la morte.
Forse

la gloria.

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