martedì 17 ottobre 2017

Llanidloes #7


Paesaggi interiori e dipinti che prendevano vita fuori dalle vetrate e dalle porte chiuse oltre le quali si celavano stanze mentali che ognuno degli ospiti poteva riempire con un proprio arredamento emotivo e psichico, una donna seduta su una sedia a dondolo, le persone che venivano a parlare con lei, c’erano drammi notturni e alcolici che aspettavano di essere raccontati e paranoie come relitti di deviazioni comportamentali, l’effetto delle droghe che modificava e alterava stati d’animo senza stabilità, fulcri ed equilibri sul punto di crollare, telefonate mute, dialoghi che lo scrittore trascriveva sul quaderno nero, indeciso se spedirli al Dottor Ballard per un’analisi attraverso le strutture del sogno e del delirio o se tenerli per se stesso, nell’attesa che sceneggiature sperimentali trovassero le loro forme, spirali di parole in movimento, le sinusoidi dei sentimenti che oscillavano lungo una linea speculare nella quale ognuno osservava sé stesso e l’altro, il ripetersi di schemi psicologi che rifiutavano l’astrattismo per stilizzarsi in serie di linee verticali simili a sbarre, codici di mercificazione e pareti bianche che attendevano foto, stampe e manifesti, avanguardie artistiche del passato, uomini dai grandi baffi che pedalavano su biciclette dalle enormi ruote, era un continuo scontrarsi con la realtà, traumi creati dal distacco, le sostanze che permettevano un susseguirsi di alterazioni e cambiamenti, le intere giornate che avevo passato ad ascoltare gli altri, gli innumerevoli frammenti, le schegge e le crepe, i muri improvvisi, i paradossi insiti in ogni significato, altre lingue, nuove parole, costruivamo il nostro mondo attraverso descrizioni inventate, la maniera in cui il respiro si trasmetteva agli oggetti, la loro personalità e quella dei mobili, i moduli da compilare con il pensiero perché c’erano uffici di polizia vuoti che sospettavano di penne e matite, file di scarafaggi che raschiavano i pavimenti delle celle, una vibrazione interiore, un epicentro di lacrime e rancori, le onde che il cielo sfumava in colori, la gloria della fine del giorno, la polvere sui vestiti, Luke seduto sul divano, le confessioni nascoste, ogni gesto d’amore che abbiamo tenuto segreto fra le carezze della violenza.   

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