lunedì 30 ottobre 2017

Povero stronzo (2011)

Camminavo per i vicoli del centro ed era l’ora di pranzo e avevo bisogno di stare da solo, pensavo ad un posto dove andare e sono arrivato davanti alla chiesa di Santamaria in Trastevere. Sono entrato e c’era un buon odore, come d’incenso e quel silenzio che cercavo, ho fatto alcuni passi e mi sono avvicinato a delle candele, ne ho presa una spenta e l’ho accesa, lasciando una piccola offerta, volevo che quel bagliore illuminasse la strada di Maria se lei non mi avesse più voluto vicino.

Mi sono seduto su una panca e il silenzio continuava a proteggermi e a entrarmi nel cuore e ho pregato per lei, chiedendole perdono per il dolore che le avevo procurato e qualcosa si è sciolto, proprio al centro dello sterno e ho iniziato a piangere e insieme alle lacrime cadevano anni e anni di sofferenze, di paure, di rimorsi, di incomprensioni e di angosce, tutti quegli anni in cui mi sono nascosto senza mai aver avuto il coraggio di alzare la testa e andare avanti da solo, consapevole, lucido, in ogni istante di vita, in ogni singolo passo.


Finiscono le lacrime e una grande pace si espande dentro di me, colmandomi in ogni respiro che faccio. Dalle alte vetrate della chiesa la luce trasforma in oro le immagini di Cristo e dei santi, la luce trasforma in oro il mio volto mentre viene a posarsi su questo povero stronzo, fatto di sangue e di ossa, che continua a porsi domande alle quali non troverà mai una risposta.

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