mercoledì 1 novembre 2017

Keep the vampires from your door (2010)

Avevamo comprato due bottiglie di rosso e poi eravamo saliti su casa di Matteo e lui aveva preparato alcune piadine mentre io avevo stappato la prima boccia. Parlavamo e la madre di Matteo continuava a telefonare, facendolo innervosire, senza che lui le rispondesse e Maria cercava di spiegargli le preoccupazioni di una donna anziana nei confronti del figlio e lui le diceva che un conto è preoccuparsi e un altro è rompere i coglioni in continuazione e che i confini tra paranoia e amore materno ad una certa età iniziavano a svanire, soprattutto se c’erano medicine e ansiolitici di mezzo, soprattutto se una donna faceva diventare il proprio unico figlio il centro della sua vita e tutto non era altro che una ossessione, una malattia, un’ansia senza fine e i bicchieri si svuotavano velocemente e quando abbiamo aperto il Chianti mi è salita una discreta pezza e mi sono andato a sdraiare sul letto e sentivo Maria e Matteo che continuavano a discutere in cucina, poi sono venuti nella camera dove stavo e Matteo si è messo a suonare la tastiera e a farci sentire dei pezzi che aveva fatto ed era bello viaggiare con la mente tra quei suoni e mi sono quasi addormentato mentre Maria mi accarezzava la schiena, era così meraviglioso avere di nuovo una donna che provava amore per me, dimostrandolo con baci, carezze e sorrisi e amavo il suo odore, amavo immergermi nel suo collo e respirare il suo odore, era così buono e sensuale e mi faceva pensare a qualcosa di luminoso e semplice e a volte ci guardavamo negli occhi e il dolore sembrava svanire come i ricordi di un’altra vita ormai passata.
Maria ballava piano nella stanza, mentre Matteo suonava, poi abbiamo ascoltato The power of love e lui ci ha detto che era una delle canzoni preferite di suo padre e poi un pezzo di Elvis e io ho provato ad imitare alcune sue mosse e allora ci siamo messi tutti a ridere, poi ho abbracciato Maria e l’ho baciata sulle labbra.

Era così dolce sentirsi di nuovo felici.

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