sabato 20 ottobre 2018

Artist Valley #9

Non avevamo più avuto notizie di Stephen per una settimana, dopo che era scomparso nel nulla, senza dire una parola, semplicemente svanendo nel tempo e nello spazio. Poi la polizia lo aveva trovato in un ospedale a Birmingham, intrappolato in una sorta di coma etilico, i dottori scrutavano la sua cartella clinica in cerca di possibili spiegazioni e anche noi ci chiedevamo chi fosse questa persona e quale fosse la sua vera storia, lo scrittore si era rinchiuso nella sua piccola stanza psichedelica e forniva dettagli e intrecci. I genitori vivevano a Singapore, il padre era stato un importante direttore di un’infame multinazionale, l’adolescenza passata in Australia, l’amicizia con uno spacciatore, i problemi con l’alcol e la dipendenza, una figlia lontana, sorridente da foto mai scattate, i paesaggi invernali di una Francia perduta. 
I cambi di sceneggiatura e le riprese di una macchina in movimento su una strada estiva, lo scrittore era al volante e Fleur era seduta di dietro e gli poneva domande a cui non ci sarebbero state risposte. E ancora la sala degli incontri e uno dei vecchi capi che era tornato a farci visita, uscito di prigione e forse ancora più imbastardito di prima, era sorridente e aveva un nuovo taglio di capelli, accarezzavo con calma la pistola che avevo in tasca. Le strutture mentali che la matematica non avrebbe mai spiegato, i nuovi edifici che accoglievano uffici di deprivazione sensoriale, c’erano ancora riflessi sui vetri e sorrisi e occhi attraverso i quali osservare sé stessi, l’amore di una notte e quello del mattino, le lunghe dita dell’aurora, i giorni che svaniscono fra labbra nude e addii.

Nessun commento:

Posta un commento

freewheelin' #82

  Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...