lunedì 1 ottobre 2018

flashback #2 - emozioni, sentimenti, vita, morte

E’ possibile spostare la propria attenzione, durante l’esperienza psichedelica, in maniera abbastanza semplice. Ho dimenticato la bellezza degli effetti visivi per concentrami sul mio mondo interiore, non c’erano più barriere dentro di me, potevo scorgere nitidamente le mie emozioni, soprattutto mentre ascoltavo la musica. Canzoni che mi erano care o familiari (House of Cardsdei Radiohead, specialmente) riuscivano a toccare parti di me stesso, è stato come essere un neonato e associare per la prima volta sentimenti di gioia e felicità a stimoli esterni, la musica era tangibile come fosse una carezza o un abbraccio o una manifestazione fisica di affetto e amore. Quando siamo ancora rinchiusi nell’utero materno siamo una unità e questo stato perdura anche nei primi mesi di vita, mano a mano che il nostro cervello inizia a conoscere, immagazzinare, assorbire, ordinare e reagire agli stimoli esterni comincia anche la frammentazione, poi quando impariamo a parlare ci muoviamo nella fase di concettualizzazione verbale e tramite il linguaggio finiamo per perdere definitivamente quell’unità originaria.
Dice Shunryu Suzuki – Prima di nascere non avevamo alcuna sensibilità; eravamo tutt’uno con l’universo. Questo stato si chiama “sola mente” o “essenza della mente” o “grande mente”. Dopo che veniamo separati da questa unità a causa della nascita, come l’acqua che cade da una cascata viene frammentata a causa del vento e delle rocce, allora riacquistiamo una sensibilità. Avete difficoltà perché avete una sensibilità. Vi attaccate alla vostra sensibilità senza sapere proprio come questo tipo di sensibilità si venga a creare. Quando non vi rendete conto di essere tutt’uno col fiume, o con l’universo, avete paura. Frammentata in gocce o no, l’acqua è sempre acqua. Vita e morte sono la stessa cosa. Quando ci si rende conto di ciò, non si ha più paura della morte, né effettiva difficoltà nella vita.
Poi mi sono sentito molto vecchio, steso sul letto, con una sensazione di freddo interiore e di estrema stanchezza, all’improvviso una luce bianca ha avvolto il mio essere, la chiara luce della trascendenza buddhista o della morte, tutto questo è avvenuto senza la minima traccia di paura o apprensione, perché era assolutamente naturale e già presente dentro di me.

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