lunedì 29 giugno 2015

le alte torri #10



Il mio corpo nudo davanti ad uno specchio, le statue del Buddha nella posizione del loto, gli uccelli che parlavano dagli alberi nei loro vestiti di piume sgargianti, scorreva un fiume nella foresta, i tuoi lenti respiri, c’erano lampade che scendevano dal soffito e dalle pareti arancioni, l’odore dell’incenso e le candele accese, scivolavano le mani sul corpo, gli oli profumati, gli sguardi delle bambine nei villaggi, la luna era enorme mentre saliva dall’orizzonte, il latrato dei cani, la tua morbida pelle - poco distante, mi ha detto il vecchio, quanto manca gli avevo chiesto, è poco distante, dove, dimmi dove, segui il sentiero, arriva alla capanna, suona la piccola campana d’argento appesa fuori dalla porta e attendi - i miei occhi di giada, sono arrivato, i brividi lungo la spina dorsale, la voce sussurra di entrare, melodiosa e rassicurante, una mano mi prende e mi accompagna tra corridoi in penombra - mi stendo per terra, sul futon, odora di pulito, in sogno qualcuno era venuto a trovarmi, mi aveva salutato fuori da una porta, ci eravamo abbracciati, qualcuno mi passa una pipa carica, la accende e mi fa fumare, dolci papaveri, crescete lontani dal fragore del mondo, crescete nell’aria delle pianure silenziose, l’oro dell’estasi, è tutto così pieno di equilibrio e splendore - i tuoi occhi di madreperla mentre mi guardano, le boccate di fumo si disperdono nell’oscurità della stanza, è buono? Chiede la voce, sorrido, la porta si chiude, l’abisso respira di stelle riflesse, un altro tiro, galleggia nel nulla la mia anima e tu, perduta nel tempo, che ancora sorridi prima di voltarti e uscire per sempre dalla mia vita.

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