domenica 14 giugno 2015

camminare #4

L’acqua ha una voce, mentre scorre scendendo verso la valle, salta dalle rocce, una caduta che precipita, la voce diventa fragorosa, roca, scrosciante, la luce la attraversa, moltiplicandone le scintille che provano a fuggire, a liberarsi dall’acqua, a trovare un’altra voce, silenzioso splendore.


Le rocce lucide, ostacoli illusori, il fiume le accarezza, scivolandoci accanto in nuove ed inarrestabili forme, infinita discesa, i morbidi muschi, il bianco riverbero, il freddo contatto, antico e sensuale - tra gli alberi l’aria invisibile disegna i delicati movimenti delle foglie, si impara a volare rimanendo distesi nel vuoto, la paura della caduta evapora nel contatto dei raggi solari con le gocce di rugiada, ci perdiamo nei dubbi del pensiero, il bosco insegna a camminare e riposare, i passi e i respiri, echi che si allontanano, mormora la cascata - tra verdi sussurri.

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