mercoledì 15 febbraio 2017

dream #53



Un gigantesco tunnel verde, le minuscole persone che lo attraversano, inquadrate dall’alto, cerco di raggiungerne l’uscita, osservo dei cartelli, poi bagliori di luce sempre più intensi – sono fuori, spazi urbani, strutture architettoniche metropolitane, vuoti e volumi, prendo il cellulare e controllo se c’è campo, provo a chiamare Maria, nessuna risposta, poi la vedo su una scalinata, la raggiungo, camminiamo insieme, superiamo un edificio con una lunga vetrata orizzontale, Maria mi dice che Alex è lì dentro, guardo attraverso i vetri e ci sono delle strane giostre che girano sul pavimento, è abbastanza buio all’interno e le sagome delle cose non sono nitide, proseguiamo, poi Alex esce da una porta e corre verso di noi urlando, si avvicina per colpirmi, mi sposto e lui cade per terra, gli blocco i polsi, i suoi occhi sono quelli di un folle – sono in una macchina con Ken e altre due persone, abbiamo comprato delle sostanze stupefacenti, dentro una delle tasche dei pantaloni ho un involucro di plastica con qualche grammo di hashish e coca, siamo fermi all’inizio di una galleria, sul bordo della strada, passa un’auto, Ken mette in moto, deciso a seguirla, appena partiamo un’altra macchina appare dietro di noi, le luci lampeggianti, Ken accosta di nuovo, adesso dentro la galleria, nella corsia di emergenza, scendiamo, un uomo si avvicina e inizia a perquisirmi, le sue mani nei miei vestiti, nelle tasche, non trova nulla – siamo nei sotterranei di una stazione di polizia, il soffitto è formato da volte di mattoni ammuffiti, pareti umide e verdastre, mi chiamano in una stanza, ci sono alcune persone e un tavolo di legno, delle sedie, non ho paura, mi fanno delle domande, rispondo, mi ricordo di avere ancora l’involucro con me, esco dalla stanza e mi dirigo verso i cessi, controllo se ci sono delle videocamere a circuito chiuso, mattonelle sporche, docce sfondate, prendo l’involucro e lo infilo in un piccolo buco dentro uno dei muri – nella casa di Ken, si sta svolgendo una specie di party, ci sono parecchie persone, cammino per le stanze con un bicchiere in mano, Bea è seduta su dei gradini nel mezzo di una sala, mi sorride, incrocio Rebbecca e mi dice di seguirla, arriviamo ai bagni, apre una porta e mi spinge dentro, si siede sul cesso e allarga le gambe, le dico che non mi sembrano il momento e il luogo opportuno per fare certe cose, mi giro ed esco – Ken è alla guida di un enorme tir con rimorchio, pieno di grandi lamiere colorate, lo abbiamo rubato, sono seduto accanto a lui, ci muoviamo lentamente fra le strade di una città, non so perché scendo dal tir e comincio a camminare, mi ritrovo in una delle vie vicino alla casa di mia madre, mi controllo le tasche, il passaporto, il cellulare, un po’ di soldi, non so come ma alla fine sono tornato da dove ero partito, senza più nulla di importante da portare con me.

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