domenica 12 febbraio 2017

Grandi occhi azzurri (2009)



Le ombre della notte si stavano allungando, si insidiavano tra i vicoli e le crepe dei muri, avevo una busta stretta in una mano, dentro un paio di bottiglie di vodka e una stecca di sigarette, qualche giornaletto pornografico. Avevo freddo e stavo male, l’astinenza iniziava a farsi sentire, le gambe erano molli e lo stomaco un vortice di succhi gastrici impazziti. Guardavo le altre persone che mi passavano accanto, le ragazze sorridevano ai loro amori di cartapesta, sapendo bene che si trattava solo di una squallida illusione, appena si sarebbero annoiate avrebbero cercato altri uomini con cui ridere e cantare, con cui farsi belle e seducenti. Poi letti vari in cui scopare, le prime rughe e tutta una serie di merdate che avrei fatto bene a dimenticare il più presto possibile. Eppure il gioco era questo. Io mi ero tirato fuori.

Le luci dei lampioni cominciarono ad accendersi, la notte avanzava, il freddo aumentava. Continuavo a camminare. Solitario, angosciato, perso.

La ragazza aveva grandi occhi azzurri e il suo sguardo era molto dolce. I denti risplendevano e il suo sorriso era oro. Le labbra si aprirono, delicate come petali e si chiusero intorno alla cappella. La succhiarono con molta cura, poi la ragazza ci fece colare sopra un po' della sua saliva. Ogni tanto guardava in camera e sorrideva, era veramente meravigliosa, il suo modo di succhiare il cazzo mi devastava l’anima, era una cosa così naturale e semplice e allo stesso tempo piena di passione e vita, il modo in cui riusciva a far scomparire la cappella nella sua gola, le labbra lucide di saliva e sperma, era una visione incantevole, i suoi occhi erano pura poesia.

Poi l’imbarazzo e il silenzio dei loro sguardi. La tristezza della perdita. Imparare ad amare una persona, passare anni con lei, essere traditi, essere riempiti di bugie, essere feriti nella maniera più dolorosa possibile e continuare a sperare.

Che l’amore esista.

Continuo a camminare.

Tra le ombre e il buio.

Mi viene da vomitare.

Poi tutto passa.

Mi accendo una sigaretta.

Le prime gocce di pioggia.

Guardo il cielo.

La strada verso la mia camera è ancora lunga.




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