lunedì 17 luglio 2017

dream #64


Le fotografie della città, la luce che ne sfumava linee e colori, le architetture di palazzi che l’immaginazione costruiva. Gli archi, le torri, le stanze, gli uomini e le donne al loro interno. Barbara mi chiede se può parlarmi in privato, solo per cinque minuti, ha un abito nero con una specie di mantello dietro le spalle, la seguo dietro una porta. Ci sono delle persone che stanno giocando a carte, sedute intorno a un tavolo, una ragazza me ne mostra alcune, hanno dei disegni di strani oggetti e apparecchi per le torture, li guardo affascinato, chiedendomi come funzioni il gioco. Palline nere di hashish in una bustina di plastica. Poi per le strade della città, lucenti e dorate. Incontro Maria, è insieme ad altre persone fuori da un locale, ci mettiamo a parlare e lei mi racconta tante cose, poi vedo arrivare Lynn, cammina verso di noi, cerco di non guardarla ma lei si avvicina e mi saluta, come se avessimo un appuntamento, come se sapesse che mi avrebbe trovato lì, sento un’ombra nel cuore, guardo Maria e il suo volto che si oscura, provo a dirle qualcosa ma non trovo le parole, rimango immobile, in silenzio, in bilico tra emozioni diverse, ho paura di cadere, nel ricordo improvviso degli errori commessi. Poi una serie di scatti fotografici, questa città in tutto il suo splendore. Un incidente automobilistico, sono in macchina con mio padre e lui sta guidando, sbaglia una curva e usciamo fuori di strada, la macchina si ferma sull’erba e noi siamo illesi. Camminiamo per una vallata e arriviamo a una villa, parliamo con una donna, la seguiamo per delle stanze, è notte, il misterioso sguardo di una bambina, gli inganni delle parole, le porte che vengono aperte e in cui non dovremmo mai entrare.

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