Sono insieme a Bea nel salone di una
stazione ferroviaria, lei decide di andare a vedere una delle attrazioni della
città ma non vuole comprare il biglietti, così cerca di passare i controlli di
nascosto, io la seguo, un uomo ci ferma e ci fa tornare indietro, proviamo a
passare da un’altra parte e riusciamo ad arrivare davanti a un treno, le porte
si stanno chiudendo e Bea entra velocemente in un vagone mentre io rimango di
fuori, vedo il treno partire e allontanarsi sui binari – una visuale dall’alto,
una panoramica della città, strani palazzi e un cielo grigio, cammino per una
strada, poi mi fermo e scrivo qualcosa sul mio quaderno nero, quando ho finto
lo poggio su delle assi di legno di un’impalcatura e riprendo a camminare –
torno indietro perché ho bisogno ancora del quaderno ma quando arrivo dove
l’avevo lasciato ci sono degli uomini che stanno smantellando l’impalcatura, il
quaderno è per terra, ma non è il mio, è una bibbia e quando cerco di toccarla
inizia a sciogliersi sull’asfalto – apro lo zaino che ho sulle spalle e dentro
c’è il mio quaderno nero, provo una sensazione di sollievo, ci sono persone che
ho incontrato durante la notte e di cui ho dimenticato volti e nomi, c’è una
stanza dove devo tornare ma non mi ricordo dove si trovi.
martedì 25 luglio 2017
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