giovedì 30 agosto 2018

Artist Valley #2

Saremmo passati dal 3d al 5d, diceva David, era questo il prossimo stadio dell’evoluzione umana, superare i limiti spazio-temporali che ci ingabbiavano ed essere qui e ora in ogni possibile momento del passato-presente-futuro, con connessioni oniriche che trascendevano nazioni e continenti e rituali sciamanici in cui assumere l’ayahuasca con uomini della medicina peruviani, pronti a condurti al di là delle normali dimensioni che la geometria euclidea sembrava avere assicurato come le uniche possibili. Antiche lingue venivano usate per trasmettere segreti e conoscenze, i codici maya, i geroglifici egiziani, le teste enormi e immobili nell’Isola di Pasqua, i cerchi di pietre nelle lande britanniche, i fuochi nel deserto fra le voci e gli sguardi della notte e i libri di Castaneda poggiati sul comodino di legno e l’odore della salvia bianca, così antico e familiare, capace di trasportarti in una memoria collettiva e universale che ci vedeva ancora in stretto contatto con la natura, prima che la tecnologia usurpasse quel potere, trasformandolo in una serie di impulsi elettronici, sequenze di numeri e immagini che avevano canalizzato i nostri sensi. Nei cinema sperimentali si provavano nuove e sintetiche forme di percezione, schermi, suoni, colori, odori, vibrazioni, magnetismi energetici che producevano infinite serie di visioni, ci si proponeva di trasportare le scoperte fatte durante la somministrazione di sostanze allucinogene nelle esplorazioni di nuove possibilità filmiche, mandate a fare in culo i soggetti e le sceneggiature dicevano i produttori, sigaro in bocca e  bicchiere di liquore ghiacciato in mano e concentratevi sul flusso delle immagini, sulla loro forza manipolativa, piegate le menti degli spettatori ai nostri voleri, nuova libertà o schiavitù, titolava un giornale transoceanico a caratteri polidemensionali enormi, le persone lo leggevano nelle metro sotterrane e poi passavano velocemente alla notizia successiva, non che gliene fregasse un cazzo a nessuno, erano solo parole, avremmo costruito nuove piramidi e adorato antiche divinità, complottavano gli architetti psichici nelle loro stanze di riflessi e finestre e pareti plastiche e la musica che avrebbe preso il posto dei materiali per strutturare le metropoli dei sogni, era arrivata una busta rossa con dei biglietti dentro, sarei partito fra qualche giorno, le destinazioni erano ignote, i viaggi attraverso interzone della mente, dove gli scarafaggi battevano le dita sulla macchina da scrivere e il vecchio Lee li osservava con un fucile a canne mozze in mano.

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