sabato 11 agosto 2018

Moon Punch (2007)

Si era da poco concluso il secondo anno di vita della mia casa di produzione, la Blackbombay. In due anni, grazie a prodotti curati e a tema, ero riuscito ad arrivare tra i massimi esponenti dell’Europa a luci rosse e non avevo nessuna intenzione di andarmene. Avevo fatturato quasi quattro milioni di euro, vendendo in tutto il continente, con la prospettiva di allargare i miei commerci all’Asia e agli Stati Uniti, una volta tanto la colonizzazione avrebbe seguito una rotta diversa. Mi ero specializzato in alcuni settori e generi tralasciando le cose più comuni o facilmente reperibili. Avevo delle sezioni sadomaso e fetish che erano il mio orgoglio, avevo chiamato direttamente dal Giappone un maestro di nodi, per le scene bondage. Avevo fatto costruire gli ambienti più fantasiosi per realizzare le dominazioni sessuali più impensabili. Dungeon medievali, prigioni, stalle, infermerie. Avevo ottenuto riconoscimenti da parte degli esperti del settore, senza contare una serie di vendite che avevano fatto di nuovo esplodere un mercato che sembrava essere solo di nicchia. 
Si era da poco concluso il secondo anno di vita della mia casa di produzione, la Blackbombay e avevo deciso di organizzare un party in una villa affittata in riva ad un lago. Avevo fatto venire i migliori dj dall’Olanda insieme a tutta una serie di luci, casse stereo, amplificatori, videoproiettori, statue a forma di cazzo e a un’infinità di droghe che avrebbero soddisfatto tutti i partecipanti.
Mi ero vestito elegante-ma-non-troppo e camminavo per le sale della villa, ultimando i preparativi, sistemando i cazzi e accogliendo le persone che iniziavano ad arrivare.
C’era un cazzo di legno che mi ero fatto spedire direttamente dall’Africa, era tutto intagliato a mano, una meraviglia, alto quasi come un uomo. Ci avevo fatto attaccare una foto della Madonna proprio sulla punta della cappella per dare quel tocco di blasfemia che in una mia festa non poteva mai mancare.
Andai vicino ad un recipiente di cristallo nel quale galleggiava un bibitone color rosso porpora (color cappella mi piaceva pensare) dove erano stati mischiati ad arte diversi tipi di droghe psichedeliche, con l’aggiunta di cocaina e un pizzico di oppio per tenere a bada le pulsazioni cardiache. Mi ero versato un’abbondante dose del moon punch (così l’avevo battezzato) e mi ero messo a discutere con un transessuale che aveva lavorato con me alcuni mesi addietro. Non so come la discussione era andata a finire sulla Critica alla facoltà di giudizio di Kant e sembrava che avessimo due interpretazioni diverse per quanto riguardava il concetto di sublime. Stavo per ribattere ad una sua intelligente osservazione quando vidi una scimmia camminare per la sala vestita da re magio. La scimmia (ammaestrata, sperai) aveva una scatola chiusa. Pensai ad oro-incenso-e-mirra. Mi avvicinai alla scimmia, quella si fermò e girandosi mi diede la scatola. La presi e la posai accanto al moon punch, sapevo che la curiosità era una brutta bestia e resistetti alla tentazione. La scimmia intanto si stava servendo da bere, speravo solo che non si ubriacasse più del necessario. 
Arrivarono alcuni dei miei attori e alcune delle mie attrici, ragazzi e ragazze sotto i trenta, la loro capacità di infliggere torture di tipo sessuale mi lasciava meravigliato, non credevo che gente così giovane potesse essere tanto preparata, mi avevano sorpreso, mi avevano fatto guadagnare un mucchio di soldi, li avevo pagati bene. Erano un’altra generazione.
Stavano tutti con un bicchiere in mano e parlavano sorridenti vicino al cazzo africano. Mi unii a loro e ricordammo gli episodi più divertenti che ci erano capitati. Era mia abitudine concludere ognuno dei video sadomaso con una piccola intervista ai due protagonisti, in modo che spiegassero quello che avevano provato durante le riprese. Nessuno si faceva mai male, ma era tutto molto realistico ed emozionante. In pochi sanno che l’energia sessuale è un antidolorifico naturale molto potente. Se ti frustano o ti legano o ti bacchettano mentre l’energia sessuale è in circolo tu non provi dolore ma godi, godi ancora di più. La mia era una piccola lezione per l’umanità. Il mio personale omaggio al Grande Disegno. Un modo per rendere un po' più sincero il nostro mondo.
Arrivò anche il maestro giapponese, lo salutai con un inchino, si mise a parlare con me e i ragazzi, raccontandoci di aver inventato nuovi tipi di nodi che avrebbe voluto sperimentare nei miei prossimi video, ero entusiasta di lui.
Sentivo che il bibitone iniziava a fare effetto, ero molto rilassato e i colori erano più intensi, avevo voglia di ridere e il mix di droghe era stato fatto alla perfezione. La scimmia invece sembrava non reggere, visto che stava saltando come un’indemoniata da tutte le parti, pregai uno degli addetti alla security di prenderla e di sbatterla in qualche gabbia fino a  quando non si fosse calmata.
Mi feci una striscia di coca e cercai di nuovo il transessuale perché ripensandoci bene aveva detto una moltitudine di cazzate su Kant e volevo proprio farglielo notare. Mentre lo cercavo vidi di nuovo la scatola di legno che mi aveva dato la scimmia, la curiosità era forte e questa volta la lasciai vincere. Aperta la scatola capii un’infinità di cose.
Volai attraverso colori e mondi e uomini e donne.
Arrivò la comprensione del tutto e poi la lucidità e una sensazione di sublime distacco, di poter racchiudere tutto dentro me stesso. L’abisso più profondo come la montagna più alta, il terremoto più devastante come l’uragano più violento. Eravamo la creazione più sbalorditiva di tutte. Eravamo l’orgoglio delle nostre divinità.
Richiusi la scatola e mi feci un altro tiro di coca. La festa proseguiva alla grande, la musica faceva diventare l’aria elettrica e spessa, aria che ti rimbombava nel cuore e nel petto e nella bocca dello stomaco. Mi versai un altro po' di moon punch, poi arrivò una ragazza con una maschera bianca e insieme ci sedemmo su un divano.
La ragazza mi sussurrò le magie dell’amore e io mi abbandonai ai delicati profumi di quella calda brezza.

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