mercoledì 19 dicembre 2018

Aberystwyth #7

Nuovi incontri transpsichici con i chakra colorati del Dottor Ballard, Liz produceva suoni circolari con le sue campane tibetane e mi proiettava in stanze astrali in cui potevo discutere con l’aurea lucente del mio psicoanalista letterario, nuovi studi fra analisi freudiane e pratiche meditative buddhiste erano stati portati avanti nelle aule sotterranee dell’Università Balinese, proprio accanto ai laboratori chimici per la sperimentazione e sintetizzazione di psicoerotiche sostanze allucinogene, bene, appuntava la dottoressa con le calze velate, accavallando le gambe, il paziente sente alla base dei coglioni la nascita di una erezione, controlliamone gli stimoli e colleghiamoli ad immagini feticistiche, qualcuno porti una camicia di forza, in caso dovesse perdere il controllo, il Dottor Ballard era dietro il vetro protettivo, in una stanzetta bianca e insonorizzata e scriveva sul suo quaderno nero, appunti, libere associazioni, sogni, ricordi, il fallimento della cura Ludovico era stato palese, saremmo tornati indietro ai momenti traumatici e avremmo sostituto quelle esperienze e la loro deflagrazione emotiva con altri impulsi sinestetici, certo, c’era il rischio che il paziente impazzisse definitivamente, senza più la minima idea di cosa fosse reale o accettabile come tale, abbiamo file di cavie umane, schiavi sessuali in stato di deprivazione orgasmica, troveremo un rimedio, perdio, diceva ad alta voce uno scimpanzé in camice bianco, sbattendo il suo pugno peloso sulla scrivania di legno plastificato, poi silenzio, un sigaro veniva acceso e le telecamere di sorveglianza si muovevano negli angoli delle celle di isolamento, un uomo completamente nudo incatenato ad una parete, l’infermiera che gli si struscia addosso, il cazzo dell’uomo violaceo e pulsante, la punta enorme e gonfia, un filo di una sostanza bianca che gocciola sul pavimento, contrazioni ritmiche di vagine meccaniche, iniziare l’esperimento numero 23, l’infermiera posiziona il cazzo dell’uomo nell’apparecchiatura elettrosessuale, vediamo i tempi di reazione, l’infermiera guarda il suo orologio e spinge un bottone, ronzii, vibrazioni, sonorità indiane fluttuanti nelle gabbie mentali, giorni e notti di abominio, sbarre su finestre invisibili, cliniche e incarcerazioni comportamentali, studi su disordini e ossessioni compulsive, gli specchi senza riflessi, le sedie a cui ognuno di noi veniva prima o poi legato, interrogatori, silenzi, erezioni e anelli metallici, confessioni di bianca coscienza, estasi, trascendenze, morti e rinascite in corpi di vuoto e sudore.

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