mercoledì 17 giugno 2020

Cigarrones #8

Qualcuno sorrideva in un angolo della mia mente ed eri tu in un giorno di primavera o forse Lorenzo nei sogni della nostra adolescenza e poi le pareti della stanza sono diventate quelle di una reggia, colme di gioielli e riflessi e pietre preziose e il mio corpo era in completa metamorfosi kafkiana, con immagini oscillanti nello specchio, quelle di un doppio estatico, un satiro nel pieno della sua gloria terrena e non solo, l’apoteosi di una tragedia greca recitata in giardini di amplessi primordiali, superfici mobili, frattali, composizioni geometriche nella penombra delle candele, sottomarini psichici che scandagliavano gli abissi di una libido alterata - la notte, fuori, sembrava muoversi in coreografie aliene, presenze oscure, sfumature marine ed esaltazione panica, i brividi lasciati dalla liquida consapevolezza di non appartenere più a me stesso - gli strani nomi che diamo alle cose senza neanche sapere dove sia il confine tra materia e immaginazione, il vento nelle vene, i bisogni formicolanti di un insetto eccitato, le mani che risalivano la mia pelle come fossero le estremità di un’amante in completa beatitudine erotica - mancavi tu in questo scenario di sincopati desideri masochistici, protuberanze falliche in pantomime di gloriosi feticismi danzanti, le impronte dei tuoi piedi che diventavano le orme di un destino ancora non scritto, le amplificazioni grottesche di maschere primitive in atti di masturbazione forzata e delirante, il regno dei cieli ci aspettava a cosce aperte, avremmo disperso il nostro seme fra le rovine di questo osceno teatro di bramosa&carnivora fame, gli occhi squamosi, bagliori di rettili nascosti sotto le epidermidi tatuate nelle prigioni di bisogni&astinenze - le nubi che circondavano la Montagna Sacra, la posizione del loto in cui sedevano gli sciamani delle rocce viventi, domande dimenticate, risposte infrante, un altro giorno a sfiorare la notte, come le mie dita sulle linee in continua mutazione del tuo viso, paesaggi lontani, la luce che trafigge le nubi, i silenzi che ho amato più di ogni altro suono, quelli della mia anima, quelli che ti spiegheranno ogni singolo atomo del mio essere, quando le parole svaniranno in colori e la musica che vedrai nascere dal tuo ventre sarà  quella dei battiti di un dono vibrante di ridenti pulsazioni future.

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