giovedì 18 giugno 2020

freewheelin #52

Sogni oscuri, di caverne e bambini perduti, di volti preoccupati e in lutto, lente sfumature nere che colano da sotto gli occhi, prima che le lacrime trasformino la vista in un prisma di colori primitivi, tele attaccate alle pareti mobili di bar polverosi e fatiscenti, gli stanchi accordi sulla tastiera di una chitarra sformata dal caldo, un uomo seduto a un tavolino, il quaderno e la penna, gli appunti appesi dei suoi viaggi mentali, gli unici ancora possibili da compiere, le piccole pasticche, le rosse, le fiale, i funghi essiccati, i racconti che le memorie trasformavano in atti di resa&rivolta, i manifesti anarchici arrotolati da mani frenetiche, sporche di terra&sangue, i canti popolari che riecheggiano fra i fantasmi di combattenti in fuga verso libertà svanite, collettivizzazioni psichiche, campi spirituali da arare con i cazzi duri di muli arrapati, embrioni, feti, verruche, uteri teatrali in cui mettere in scena il ciclo della vita e il suo inevitabile fallimento, mestruazioni, il seme dell’uomo, i deliri virali che stavano trasformando il mondo in uno specchio agonizzante di ansie e paure costanti, strade vuote, barricate innalzate dalle polizie batteriche - fermeremo anche questa invasione polmonare, respireremo ancora merda&gas di scarico - urlavano dai balconi i piccoli dittatori delle quattro mura ghignanti, ghigliottine lasciate lubrificate sui marciapiedi del consumismo, lama tagliente disse sorridendo il giovane attore berbero, passando un dito sul proprio sorriso affilato, file di denti in mostra nella pantomima di un ghigno plastificato - sganciate più napalm su quelle maledette scimmie gialle - gridavano i vecchi generali in preda a crisi allucinatorie indotte da aberrazioni prostatiche - pisceremo nei loro culi stretti - suggeriva sbavando un comandante di plotone mentre un filo di una sostanza lattiginosa colava dalla punta del suo pene raggrinzito - lascia scorrere le immagini di queste donne invitanti, i loro denti e le loro parole, l’amore è nella luce degli occhi e quello che mostra non ha bisogno di abbracci per essere espresso e compreso, la pelle è per i sensi un impero che nessuno ha il diritto di costruire, ci penserà il tuo cuore a distruggere ogni cosa, quelle che alcuni chiamano macerie non sono altro che i resti di una festa di troie in maschera non ancora conclusa.


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