giovedì 20 maggio 2021

Orgiva #40

 Avevo incontrato Lolo lungo la strada che risaliva dal puente a Orgiva, stavo camminando lentamente, avevo bevuto un paio di birre e lui era in bicicletta e stava andando al pueblo per comprare alcolici, era l’ultimo giorno dell’anno e ci sarebbero stati festeggiamenti anche se non sapevo bene dove.


Poi eravamo al chico bar, Io e Lolo e c’era Paul accanto al bancone e ho comprato tre birre e ci siamo seduti a un tavolo di plastica, in penombra, abbiamo bevuto e parlato, senza nessun accenno al documentario, muovendoci nei luoghi dell’immaginazione, i miei preferiti.


Ero in macchina con Paul e Nick e stavamo andando verso Tablones e avevo il cane di Nick in braccio e non aveva un buon odore - La costellazione dei caravan, delle roulotte e delle tende era cambiata in Cigarrones e c’erano nuove persone, c’era anche un party da Vanessa e Wibbs quella notte ma non ero stato invitato e non mi interessava andarci (quante stronzate ti raccontano le donne per agganciarti), Tim stava suonando nel magic bus e sono salito anche io dentro e Paul si è messo alla batteria e qualcun altro al basso e la jam è iniziata e ho chiuso gli occhi e ho stappato una lattina di birra presa chissà dove, poi è arrivato un secondo Paul, con le sue sostanze bianche in polvere e ne ha distribuite un pò ai presenti, io me ne sono stato zitto, sorridendo in un angolo, il gioco lo conoscevo bene, al momento mi bastava la mia birra.


Abbiamo fatto un falò, dopo, con Tim che portava rami di olivo troppo freschi e io che osservavo le fiamme, poi il vento si è alzato all’improvviso e qualcuno ha detto che poteva essere pericoloso, che era meglio non lasciare il fuoco incustodito e mentre ascoltavo questa voce e mi chiedevo dove fossero Alfie e Maeve, sono arrivate Hannah e Debbie, mi hanno salutato e poi se ne sono andate al party, non le ho seguite, sono rimasto accanto al falò e anche Paul era lì, abbiamo continuato a bere, poi alcuni fuochi artificiali sono esplosi nel cielo e questo doveva significare che il vecchio anno era finito e il nuovo era iniziato, non che ne fossi sicuro e neanche mi interessava più di tanto, poi ho salutato Paul e mi sono incamminato verso Orgiva, quasi quattro chilometri da fare a piedi, un percorso che avevo compiuto parecchie volte e che adesso mi sembrava possedere il senso di un pellegrinaggio, di un viaggio al termine della notte, il fondo dell’anima l’avevo già raggiunto nei miei teatri della crudeltà e dell’osceno, il buio era sempre pronto ad accogliermi e io a rifugiarmi in esso.


Erano passati un paio di giorni e avevo di nuovo incontrato Paul al chico bar, aveva dell’hashish per me, ci siamo seduti in silenzio a un tavolino, un alhambra special davanti, guardando le foglie degli alberi muoversi nella luce e nell’aria, era pomeriggio e tutto sembrava rallentato, ogni tanto Paul mi raccontava una storia ed era tranquillo e non ubriaco e la sua presenza accanto era piacevole, come quella di un amico, come tutte le buone emozioni che mi ero lasciato alle spalle, perché fosse un dono la scoperta dell’amore e non un’abitudine dalla quale fuggire via,  sono stato giovane in giorni perduti e vecchio in notti che non vedrò mai più e qui e ora c’è un mondo che mi avvolge, dal quale sono attratto e dal quale mi nascondo, questa continua deriva, questo ridere che non saranno le tue lacrime a travestire di inganni troppo meravigliosi da poter svelare.

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