mercoledì 6 aprile 2022

dream #108

 Ero un’altra volta nella casa di Aphex, fuori, vicino al cancello, sembrava essere notte e una processione di persone passava per strada, poi alcune di loro si sono fermate e hanno iniziato a cantare l’inno nazionale italiano - Impaurito da quelle voci mi sono andato a nascondere - C’era Sara che entrava e usciva dalla porta di casa, portando borse, valigie e buste verso la sua macchina, parcheggiata poco distante dal cancello, in giro non c’era più nessuno - Stava facendo tutto da sola e ho capito che dovevamo andare da qualche parte insieme, volevo aiutarla ma ho sentito un terribile sonno e una grande stanchezza impossessarsi di me - Mi sono ritrovato dentro un letto e Sara è arrivata e mi ha chiesto se stavo dormendo, chi io? Ho detto, no, assolutamente no e mi sono alzato di scatto, come fossi una molla e l’ho seguita, lei ha afferrato un’altra borsa con dentro dei vestiti, vestiti miei, ho cercato di prenderle la borsa dalle mani ma lei non ha voluto, continuava a fare tutto da sola, stranamente senza arrabbiarsi e senza insultarmi, così ho lasciato perdere e sono andato al bagno - Il bagno era grande, oscuro, con una finestra su una delle pareti dentro la quale scorrevano le immagini di un temporale, poi le nuvole grigie e minacciose del cielo si sono aperte, come fossero una ferita e hanno lasciato trapelare uno squarcio di azzurro, poi si sono richiuse - Poi nella finestra sono apparse le immagini di alcune macchine, facevano rumore, troppo, allora mi sono girato e ho visto che nel bagno adesso c’erano anche Lorenzo e Valerio - Volevo spogliarmi e farmi un bagno caldo, la vasca era già piena d’acqua, i miei amici stavano parlando e sembravano ignorare la mia presenza, allora mi sono tolto i vestiti e una volta nudo mi sono accorto di avere un anello di metallo intorno al cazzo - Ero per strada insieme a Sara, è comparso Nick con la sua macchina, sorridendomi mentre mi guardava, prima di girarsi e sparire insieme all’auto, io e Sara abbiamo continuato a camminare, non avevamo nessuna valigia con noi, il futuro era incerto e i profili delle cose parevano smarrirsi al nostro passaggio.  

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