sabato 21 febbraio 2015

Ausgang #5


I primi raggi di sole, le lancette dell’orologio del campanile risplendono d’oro, i riflessi sui vetri creano sovrapposizioni di immagini, dissolvenze incrociate di cielo, nuvole, case, alberi, ciminiere, i giochi delle ombre su un muro della stanza, una testa chinata sul tavolo, una mano che scrive, le voci che cantano, nelle altre stanze, il ritratto di una donna nuda che si lava, il segreto di quel corpo che il pittore svela, le scale armoniche suonate su un piano, tra gli echi delle risate della notte precedente e il rumore di un bicchiere in frantumi – se non sarò io, ci sarà un’altra donna accanto a te – camminavo per strade sconosciute, da solo, per la prima volta, creavo la mappa di quel luogo nella mente, punti di riferimento: i due campanili, se guardavo in alto, li vedevo; da lontano, mi bastava cercarli. Sono andato avanti ed è apparso un fiume, gli alberi nudi e vecchi, neri e silenziosi e oltre, le figure geometriche delle fabbriche che rimodellavano il paesaggio e le mie stesse percezioni, camminavo piano e vedevo, in maniera nitida, come ogni cosa fosse collegata, come la stessa vita, la stessa luce del mondo fosse uguale in tutto, nei fili d’erba che tremavano nell’aria, nelle pellicce dei cani che correvano, nell’acqua del fiume che scorreva, l’essenza era lì, ovunque, dentro e fuori di me, respiravo piano, immerso in questa coscienza, i pensieri fluivano, quando si bloccavano io mi fermavo con loro, poi continuavo a camminare, mi sono avvicinato al fiume, c’erano degli uccelli sulla sua superficie e dei cigni, loro sono scivolati verso di me, ho visto le piume brillare, per un momento, quando le nuvole si sono aperte, brillare in una maniera meravigliosa, quei cigni sembravano fatti di luce, mi sono accovacciato sui talloni e li ho guardati a lungo, i loro colli compivano acrobazie solo per me, sono tornato verso casa, ritrovando la strada, seguendo i punti di riferimento, ma cosa importa dove andare se ogni luogo è uguale e diverso, se ogni vita è possibile, se ogni decisione è inutile, cosa importa dove andare se ogni strada continua a portarmi dentro questo mistero?

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