martedì 17 febbraio 2015

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Le necessità materiali sono ancora la causa principale di molti conflitti e problemi. Affitti alti e aumento del costo della vita costringono ad un carico di lavoro sempre maggiore, al doppio reddito familiare, cioè al lavoro dell'uomo e della donna. E così la vita delle persone è ingabbiata qui in uno stato di costrizione insolubile, la costrizione a dover fornire una quantità sempre maggiore di forza vitale per il lavoro senza ricavarne vera felicità e benessere.
La droga è stato uno dei mezzi peggiore per derubare questi individui della coscienza di appartenere alla categoria delle vittime dello sviluppo industriale. Già da tempo l'alcol svolge questa funzione all'interno della classe operaria. Ora, negli ultimi decenni, si sono aggiunti altri stupefacenti: gli psicofarmaci, che costituiscono un affare legale molto renumerativo, e le droghe come l'eroina e la cocaina, che sono illegali, ma non per questo meno renumerative.
Strano in realtà non è tanto il fatto che molte persone facciano uso di droghe, ma che molti, malgrado i massicci problemi esistenziali, non ne facciano uso. E questo vale anche soprattutto per i giovani. A guardare la loro situazione non bisognerebbe stupirsi in realtà del crescente abuso di droghe, della crescente criminalità, dell'aumento della violenza e delle culture fascistoidi tra i giovani della classe operaia.
Non può essere seriamente contestato che tra aumento di droga tra i giovani della classe operaia e peggioramento massiccio delle loro condizioni di vita esista un nesso che nel frattempo è stato perfettamente utilizzato a scopi commerciali.

renate schipke
da 
noi, i ragazzi dello zoo di berlino

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