giovedì 26 febbraio 2015

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Spesso riflettevo sul perché i giovani erano così miseri. Non riuscivano ad avere gioia di niente. Un motorino a sedici anni, una macchina a diciotto: questo era quasi ovvio. E se questo non c'era allora uno era un essere inferiore. Anche per me, nei miei sogni, era stato naturale pensare che un giorno avrei avuto un appartamento e una macchina. Ma ammazzarsi di lavoro per un appartamento, per un nuovo divano, come aveva fatto mia madre, questo non esisteva. Questi erano stati gli ideali sorpassati dei nostri genitori: vivere per poter tirar su dei soldi. Per me, e credo anche per molti altri, quel paio di cose materiali erano il presupposto minimo per vivere. Poi doveva esserci qualche altra cosa. esattamente quello che dà un significato alla vita. E questo non si vedeva. Un paio a scuola mia, tra cui mi ci mettevo anch'io, erano ancora la ricerca di quel qualcosa che dà significato alla vita.

Christiane F.
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino

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