Il
cielo è nero, la pioggia è nera e le parole uscivano fuori dalla bocca
dell’uomo nero. L’avevo incontrato in un sogno, all’interno di una capanna.
Parlava una lingua simile allo spagnolo e la nostra comunicazione oltre ad
essere orale era anche visiva, i suoi occhi discutevano con i miei. L’uomo nero
si chiamava Papa.
Disegnò
una stella sulla sabbia all’interno della capanna, una stella a cinque punte,
questo è un simbolo divino, disse, hai mai visto la mano di dio? Mi chiese, gli
risposi di no, che non l’avevo mai vista, la mano di dio, che ha creato tutte
le cose, donandogli forme e colori diversi ma un’unica essenza, nascosta e a
volte visibile, a chi sapeva guardare in profondità - Papa tirò fuori della
marijuana e disse che quella era la sua medicina, che l’effetto dell’erba
dipendeva dallo spirito delle persone, in uno malato quella sostanza avrebbe
prodotto degli effetti negativi, yierba
loca, Papa mi fece fumare e poi rimanemmo in silenzio a parlare attraverso
i nostri sguardi.
L’Apocalisse
sarebbe arrivata presto. L’umanità stava vivendo uno dei suoi ultimi periodi.
Mi alzai in piedi, all’interno della capanna. C’era una piccola porta fatta di
canne intrecciate tra loro, l’ho aperta e sono uscito, era notte, doveva essere
notte, il cielo era nero, l’aria era carica di odori misteriosi, sembrava di
essere nel deserto, ancora sabbia, sabbia nera, Papa è uscito dalla capanna,
aveva un bastone in mano, si è avvicinato a me, ha sussurrato parole
incomprensibili, ha tracciato una stella a cinque punte sulla sabbia, linee di
pura luce bianca splendevano adesso nell’oscurità.
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