giovedì 26 novembre 2015

le alte torri #22


Il cielo è nero, la pioggia è nera e le parole uscivano fuori dalla bocca dell’uomo nero. L’avevo incontrato in un sogno, all’interno di una capanna. Parlava una lingua simile allo spagnolo e la nostra comunicazione oltre ad essere orale era anche visiva, i suoi occhi discutevano con i miei. L’uomo nero si chiamava Papa.
Disegnò una stella sulla sabbia all’interno della capanna, una stella a cinque punte, questo è un simbolo divino, disse, hai mai visto la mano di dio? Mi chiese, gli risposi di no, che non l’avevo mai vista, la mano di dio, che ha creato tutte le cose, donandogli forme e colori diversi ma un’unica essenza, nascosta e a volte visibile, a chi sapeva guardare in profondità - Papa tirò fuori della marijuana e disse che quella era la sua medicina, che l’effetto dell’erba dipendeva dallo spirito delle persone, in uno malato quella sostanza avrebbe prodotto degli effetti negativi, yierba loca, Papa mi fece fumare e poi rimanemmo in silenzio a parlare attraverso i nostri sguardi.

L’Apocalisse sarebbe arrivata presto. L’umanità stava vivendo uno dei suoi ultimi periodi. Mi alzai in piedi, all’interno della capanna. C’era una piccola porta fatta di canne intrecciate tra loro, l’ho aperta e sono uscito, era notte, doveva essere notte, il cielo era nero, l’aria era carica di odori misteriosi, sembrava di essere nel deserto, ancora sabbia, sabbia nera, Papa è uscito dalla capanna, aveva un bastone in mano, si è avvicinato a me, ha sussurrato parole incomprensibili, ha tracciato una stella a cinque punte sulla sabbia, linee di pura luce bianca splendevano adesso nell’oscurità.

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