Ero
tornato a vagare per le strade di un’altra città, le ennesime persone che mi
scivolavano addosso. Stavo iniziando ad avere timore a guardare le donne,
soprattutto di notte, nei loro vestiti corti e attraenti mentre io avevo sempre
gli stessi jeans sformati e una maglietta bianca. Alcune volte pensavo che i
tipi della security non mi avrebbero fatto entrare nei locali, ma ancora non
era successo. Camminavo e cercavo di concentrarmi sul presente e ogni volta che
i ricordi tornavano a danzarmi nella mente mi fermavo un attimo, respiravo e
poi riprendevo a camminare e la notte diventavo solo un’ombra che si muoveva
nel buio e in un parco ho bevuto una confezione da quattro di birra e ho
percorso un sentiero e sono arrivato vicino a un fiume e c’era un piccolo fuoco
acceso sulla riva e nessuno intorno, mi sono chiesto chi lo avesse fatto e l’ho
iniziato a guardare, poi sono andato a prendere altri rametti e l’ho alimentato
e lui brillava accanto all’acqua che scorreva, la mia esistenza, pensavo,
doveva andare via così, non doveva rimanere niente, nessun residuo, nulla a cui
potessi aggrapparmi, lascia andare via tutto, mi ripetevo, lascialo andare.
Sono
tornato indietro e in un prato ho trovato una mezza canna d’erba, l’ho fumata
ed era buona e così mi sono perso nel parco con gli alberi che parlavano nel vento
con la loro voce di foglie. Poi, per strada, le altre ombre hanno iniziato a riconoscermi
e a salutarmi e sedevano negli angoli delle vie o attaccati a un muro,
chiedendo l’elemosina e cominciavo a sentirmi come loro. Era difficile
abbandonarsi, ci stavo provando, scioglievo i nodi del passato, giorno dopo
giorno, c’erano attimi di estasi luminosa, improvvisi e magnifici, c’erano così
tanti volti intorno, così distanti e fuggevoli, era un mondo che non capivo e
di cui non volevo fare parte, soprattutto nelle città, tra i palazzi di vetro,
perché lì appartenevo a quelle architetture dell’inconscio e in esse mi
perdevo, costruivo le torri del mio abbandono, splendevo nei riflessi del
giorno, avrei solo dovuto sedermi in una di quelle strade, chiudere gli occhi,
respirare e sorridere, senza opporre più resistenza a nulla.
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