Tirerò
avanti, in un modo o nell’altro e dimenticherò voci e volti, promesse e bugie.
Gli ultimi giorni erano spariti a grande velocità, inghiottiti dall’alcol, dal
vino e dalle birre, gli sguardi ubriachi di una ragazza che mi invita a
ballare, il contatto delle nostre mani, un vecchio hippie a cui chiedo una
presa di tabacco e che magicamente, sorridendo, tira fuori una scatoletta piena
d’erba, rollo uno spino, ne fumo metà e poi glielo passo, qualcuno suona sul
palco di legno, una donna di colore canta con una voce densa e profonda, che si
espande nello spazio in maniera suadente, bevo altra birra, gin and tonic,
cammino per il buio delle montagne barcollando, poi qualcuno mi chiama, salgo
in una macchina, partiamo, ci fermiamo vicino ad un fiume dove Tom si spoglia e
si tuffa, completamente nudo, nell’acqua, Tam parla con un suo amico o qualcuno
che ha conosciuto alla festa e io mi addormento, ubriaco, sul prato. Poi le
tenui luci dell’alba, un’altra voce che chiama il mio nome, come quella di Lynn
quando lo ha sussurrato prima che l’accompagnassi
all’aeroporto, in un altro tempo e in un’altra vita.
Tom
era entrato in casa con un’urna di plastica verde, con le ceneri di suo padre
dentro, rideva di quella polvere, mentre tenevo l’urna in mano e lui mi
scattava una foto. I viaggi in macchina in montagna, la casa di pietra e legno,
oggetti abbandonati da spostare, folli idee, vortici esistenziali che ti
possono rapire e portare con loro, ancora la voce delle foglie, la mia sborra
che cola sulle lastre di roccia piatta davanti ad una porta sfondata, il fuoco,
i piccoli funghi, gli incredibili colori della luce sulle colline mentre
attraversava le nuvole e io mi immergevo in sconfinate visioni, le scintille
fra gli alberi, il diamante della realtà brillava e io lo ammiravo, sdraiato
vicino al fiume, l’acqua scorreva in leggeri gorgoglii e la codeina iniziava a
fare effetto, galleggiavo dentro me stesso, sospeso sulle note di discorsi che
non ascoltavo, il pavimento e i tappeti fradici mentre mi alzo di notte per
andare a pisciare, qualche tubo si è rotto inondando la casa di acqua, fuori e
dentro un sogno, le foto con il cazzo duro, i lunghi bagni in una vasca bianca,
i discorsi alimentati dal vino, le parole che si infiammano, i documentari, i
film e il montaggio, le immagini dell’India e la danza di Shiva, cado per terra
mentre cammino su un prato, i lividi sulle ginocchia e sulle braccia, il giorno
dopo, i miei ricordi preferiti, le apparizioni improvvise, gli ultimi pensieri
che svaniscono, le poesie da scrivere, quella da cancellare.
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