venerdì 28 ottobre 2016

hartoderherzlich #4



Lay down on the bed, dice con voce pacata, senza mai alzare il tono, mi giro e faccio pochi passi, raggiungo il letto, mi stendo sulla schiena, sopra un lenzuolo di lattice nero, lei abbassa le luci, sfumature blu e rosse ondeggiano nella mente, viene verso il letto, senza fretta, sicura, inizia a legarmi il braccio destro, la polsiera di pelle che si chiude e viene agganciata a degli anelli sulla lettiera, poi la caviglia destra, la sinistra, il braccio sinistro, la sensazione familiare del cuoio, tiro gli arti superiori ed inferiori, minimi movimenti, ancora in suo potere, un’onda di calore e di gioia mi invade lo stomaco, sono esattamente nel luogo dove vorrei essere, non ho nessuna paura, la libertà si avvicina, insieme al suo corpo, lei comincia ad accarezzarmi il petto, i capezzoli, sensibili, li sfiora, ho il cazzo di nuovo duro, lei prende delle pinzette di metallo collegate da una sottile catena, me le mette sui capezzoli, gemo, do you like them? Do you want more pain? Yes, please, sorride compiaciuta, anche io, si abbassa la parte superiore della blouse, i suoi seni nudi, piccoli, i capezzoli rosa, li avvicina al mio volto, cerco di leccarli, lei si sposta indietro in modo che non riesca a farlo, ride, il cazzo mi pulsa, lo spingo contro il suo ventre, lo schiaccia col suo peso, do you want to cum? chiede più volte, a voce bassa, guardandomi negli occhi, è sopra di me, adesso, sulla mia coscia sinistra, si sta strusciando, avanti e indietro, la fica bagnata attraverso le mutandine, la sento, i coglioni gonfi, rasati, lei sorride, continua con la stessa domanda in attesa di una risposta, non riesco a parlare, neanche a dirle yes o no, le parole si aggrappano nella gola per il desiderio e non vogliono uscire fuori, è una tortura e un gioco, così reale, yes, I want to cum, sussurro, beg me, beg me if you want to release, dice con voce ferma e sensuale, sorrisi di luce mentre mi spingo in profondità e divento più leggero, lei si sposta le mutandine, le labbra lucide della sua vagina che si strusciano con più intensità sulla mia coscia, petali di carne, poi si scosta, si mette in ginocchio tra le mie gambe, si avvicina con la bocca al mio cazzo, le vene bluastre in evidenza, mi lega di nuovo le palle, vorrei esploderle in gola, la punta della sua lingua così vicina alla cappella, sento il suo respiro, ancora calore allo stomaco, la sua lingua che si muove, si avvicina e si allontana, senza mai toccarmi il cazzo, i miei fianchi oscillano senza controllo, spingo il bacino con più forza verso di lei, riesco a sfiorarle le labbra con la punta gonfia del pene, sono morbide, fresche, è solo una frazione di secondo che si amplia in cerchi di tempo nella mia mente, un attimo e l’infinito, lei si scosta, ridendo, suoni di cristallo che danzano nel silenzio della stanza.

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