venerdì 7 aprile 2017

dream #60



Sono in un bagno e il pavimento è di cemento grezzo, senza mattonelle, con delle piccole vasche, l’acqua scorre sulle pareti e poi ci finisce dentro, mi avvicino ad un muro, è aperto e posso vedere dall’altra parte, ci sono strane tubature e meccanismi idraulici – torno in un’altra stanza, Maria è sdraiata sul letto, le chiedo quanto tempo sono rimasto nel bagno, mi risponde quasi un’ora, le dico che non è possibile, per me saranno passati meno di dieci minuti – cerco dell’hashish su un tavolo per rollare una canna, ci sono diversi involucri, ne prendo uno ma una donna mi dice che quello è il suo, vedo un pacchetto di sigarette e lo apro e dentro c’è un pezzetto di fumo, il mio – Matteo e Marco sono seduti nella sala da pranzo della casa di mia madre, è giorno, dalla finestra aperta osservo le immagini di una città abbandonata, gli chiedo che ore sono, quasi mezzogiorno, distorsioni temporali nella mente, la notte passata con altre persone, l’emmedi avvolto in una cartina e ingerito, una villa in campagna, la guardo da fuori, poi sono su uno dei suoi terrazzi, decadente e in rovina, mattonelle di pietra e ringhiere arrugginite, davanti ci sono dei campi incolti e brulli, uomini che camminano in fila lungo delle reti di metallo, sei mai stato qui? Chiede una voce, non posso rispondergli perché sono già altrove.

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