mercoledì 5 aprile 2017

La nave dei folli (2008)


Le foto che hai bruciato. Le fiamme inquiete. La carta che si piega su se stessa in un lento movimento di dolce sofferenza. Credevi che tutto sarebbe scomparso, che quei volti non ti avrebbero più disturbato. Credevi che il passato fosse solo qualcosa che potevi cancellare. Non hai mai pensato che fosse marchiato sui resti del tuo cuore. Segni profondi e scuri. Pezzi di vita taglienti come vetri.

C’è stato un momento in cui tutto è cambiato. Ricercarlo nella memoria è un’impresa eroica. Riattraversare viali ombrosi e profumati. Fermarsi a guardare in un parco di Siviglia le foglie tremare nel vento. La danza delle illusioni. I discorsi sul futuro, che tutto sarebbe stato tranne quello che immaginavi. La fuga come unica aspettativa. Gli occhi che ti hanno guardato senza che te ne accorgessi, quanti hanno saputo mantenere il tuo segreto? Quello che celavi nel silenzio e nel tuo scontroso modo di essere. Le lacrime versate, inutili e tenere, i colpi sordi nel petto, quel ritmo lancinante e folle, quella sofferenza che chiamavi amore. Crescere e cambiare, smarrirsi negli anni e nei fantasmi che attraversano strade e palazzi, la perdita del senso, di qualunque senso, del tuo essere nel mondo, del tuo non appartenere a nulla, tranne a impossibili prospettive, calde malinconie.

Le cose svaniscono. Con esse parti di te. Il futuro incombe sorridente sul tuo sguardo. Sole e nubi. Un buio improvviso.

Ti accolgono i demoni nel loro viaggio. Accompagni i tuoi mille riflessi sulla barca dei folli. Storpi e dementi. Galleggi in un oceano turbinoso e fumante. Le immagini al rallentatore di un vortice verso l’occhio da incubo di Titano. Una bocca che divora. Mostri marini e tentacoli. Spumeggiano le onde e portano in alto l’imbarcazione dei matti. Dementi ghignanti e ubriachi che cantano a squarciagola infrangendo l’eterno dolore dell’esistenza. Bestie in estasi che strappano membra e si divorano a vicenda.

Raggi di luce a stuprare l’oscurità.

Caos immenso e distruzione.

Che la notte in cui affondi possa essere la più dolce delle tentazioni.

Un fiore velenoso.

Soffoca e muori, amore mio.





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