sabato 17 aprile 2021

Cigarrones #19

Non mi ricordo come si chiamasse, forse Matteo ed era arrivato al mercatino di Cigarrones insieme a quella che doveva essere la sua compagna (di vita? di droghe?), sembravano tutti e due molto calmi e rilassati e avevano un banchetto sul quale avevano disposto cianfrusaglie varie: braccialetti, collanine, pipe ed altre cose di cui non riconoscevo forma e colori (e questo significava che le sostanze che avevo assunto avevano cominciato a fare effetto).

Mi chiedevo perché si fossero sistemati in disparte, lontano dagli altri, poi quando sono andato da Matteo a chiedergli un pò di hashish ne ho capito il motivo, era meglio fare questi scambi non proprio nel bel mezzo dell’area del  mercatino anche se tutti lì fumavano porro in continuazione e credo che non ci fossero problemi a venderlo davanti alle altre persone. Magari era solo uno scrupolo di Matteo o i resti di buone maniere ormai dimenticate. Comunque Matteo voleva il suo spazio personale per i suoi piccoli affari e abbiamo anche parlato mentre ero con lui e la sua faccia pareva quella di un uomo senza nessun problema al mondo, se non quello di seguire il flusso del tempo, gli mancavano un paio di denti e i suoi occhi apparivano puri al mio cuore. Il fumo che mi aveva dato non era un granché, era abbastanza secco e non di prima qualità, quando l’ho riscaldato per farmi una canna sembrava rilasciare un pò di olio (o forse paraffina?) o qualche altra schifezza che ci avevano aggiunto per aumentarne il peso. L’hashish mi faceva pensare al nepalese e forse lo era (o lo era stato).

Ho rivisto Matteo con la sua compagna (di sbronze? di sconfitte?) un’altra volta, mentre camminava per il pueblo, non sembrava così sereno adesso, qualcuno mi aveva detto che aveva cominciato di nuovo con la roba. La felicità per ognuno di noi è un cavallo selvaggio e può avere diversi nomi. Così come la nostra disperazione. Che galoppa lungo i sentieri dell’anima e tutto chiede, sacrifica e divora.

 

Nessun commento:

Posta un commento

freewheelin' #82

  Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...