martedì 20 ottobre 2015

le alte torri #19



Le coordinate di un viaggio di fantasia, seduti su una terrazza, di notte. La sostanza aveva iniziato a fare effetto e rendeva più concrete le immagini che la mente dello scrittore proiettava. Risalire fino ad Amsterdam, a piedi o a cavallo, in un periodo che si poteva collocare temporalmente verso la fine dell’ottocento. Un viaggio lungo, forse di un paio di settimane. Attraversare la Francia, nel periodo della vendemmia, fermarsi alcuni giorni, a ridere e scherzare con le fanciulle del luogo, succhiare mosto dai loro piedi e cercare diamanti nei loro occhi, risate d’argento e abbracci clandestini su letti di paglia, fumare tabacco nel sole e sentire gli odori della campagna, la notte sarebbe stata una bottiglia di vino senza fondo, l’alba il tuo sorriso di ragazza. Continuammo verso Amsterdam e vi restammo un mese, scegliendo una nave sulla quale salpare, vivevamo in una pensione, proprio sul limite del De Wallen, bordelli e prostitute, scintillanti risate, bicchieri d’assenzio, camminavamo ebbri tra luci rossastre, i pensieri erano nuove terre all’orizzonte. Ci imbarcammo d’inverno, la città era ricoperta di neve, chiusi nei nostri vestiti pesanti, incerati nel grasso per resistere all’acqua e all’umidità, un viaggio di un paio di mesi verso le Indie, passando intorno all’Africa, il suono dei tamburi nelle notti dense di buio, fuochi sulle rive, intagliavo un bastone di legno, imparavo nuove lingue, scambiavo esperienze con gli altri marinai, c’era dell’oppio a bordo, qualcuno lo aveva portato da Venezia, oppio turco, ne avevamo una buona scorta, un marinaio ci parlò di quando aveva fumato alla presenza di un cardinale, su tappetti orientali, la ricchezza delle sue vesti, poi entrambi si erano ritrovati nudi, galleggiando nell’oblio, avremmo conosciuto donne meravigliose, nelle Indie, lo sentivamo, i racconti erano pieni di misteri e sogni proibiti - mi addormento sul ponte, i pensieri che oscillano, le stelle inquiete della mia giovinezza.

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