Suoni liquidi e
circolari, limpidi nella mente, violenze elettriche stridono improvvise nell’aria
- una calma di arcobaleni in controluce, una bambina seduta sulla mia pancia,
le gambe divaricate, il suo volto che risplende, i suoi occhi sono un’attesa e
una misteriosa curiosità, i respiri si aprivano, porte azzurre ed emozioni in
ascesa verso un blu profondo, il mio corpo sudato, i capelli attaccati sulla
fronte, una bambina mi saltava sulla schiena, le afferravo le gambe, le mie
braccia dietro le sue ginocchia, la portavo in giro, mentre sussurrava dolci
parole nelle mie orecchie, parole che non capivo, parole come sospiri – ogni pensiero,
ogni ricordo era un’immagine proiettata nella mente, brevi sequenze collegate ad
emozioni, le facevo scorrere, le osservavo, credevo a quelle immagini, erano
illusioni, erano un modo di ingannare e ingannarsi - un frame
di un sorriso, delle tue mani che cercano di abbracciarmi, di uno sguardo, del
tuo corpo che si gira per allontanarsi, immagini collegate a sensazioni – il caldo
vuoto di una perdita, le lacrime come via di fuga, brucerò intere sequenze,
rimarrà comunque un’eco o una traccia di quanto è stato fatto e di quanto è
stato detto?
Le cime degli alberi erano
macchie di colore vivo e stormi di foglie, suoni circolari e visioni liquide,
distanze così brevi da rimanere fermo per arrivare ovunque.
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