sabato 8 gennaio 2022

freewheelin' #56

 Le serate con Garry a cenare in silenzio e a fumare hashish dalla sua piccola pipa di legno, questo dopo, seduti sul divano, quando la notte, fuori dal cottage, era una presenza misteriosa e aliena come le forme degli alberi che si muovevano e danzavano al di là dei vetri della finestra e Lynn, in macchina, che mi chiedeva quanti anni avessi mentre il passato continuava a rincorrermi, una presenza rabbiosa nel cuore che volevo solo lasciarmi alle spalle e poi gli abbracci, quelli che non ho dato ad amici ormai perduti e ancora le chiacchiere con Paul al Chico Bar, i nostri ennesimi tentativi di parlare di un film che non avremmo mai terminato, un altro meraviglioso progetto fallimentare e proprio per questo profondamente umano, più di qualsiasi cosa riuscita e portata a termine e poi ogni  verità nascosta, mai svelata, se non fra queste pagine dove tutto è permesso, perché nulla è reale, dove i significati si celano nelle ombre di frasi e periodi, i miei luoghi oscuri, i recessi dell’anima, negligenze apologetiche e vangeli alcolici e libri, libri, libri, abbandonati chissà dove e il silenzio di una stanza vuota, dove abbiamo dormito e ci siamo svegliati, dove sei stata la mia amante, Sara, come fossi stata la prima, dove ti ho accarezzato i capelli anche se le mie dita finivano sempre per farti incazzare, dove ti ho preso a schiaffi sul culo perché era quello che intimamente desideravi, una stanza dove ti ho amata, dove ho dormito e dimenticato di sognare, una stanza, una casa tutta per te era quello che volevi, per la tua musica, i tuoi disegni, la tua arte fremente, che non ci siano più uomini a dirti cosa fare, Sara, che tu possa essere libera e unica e felice e ridente, che tu possa essere libera da tutto ciò che da sempre ti ha incatenato, da questo dolore che è la stessa esistenza, che hai tentato di capire, in un attimo di abbandono, con una lama tesa sui tuoi polsi di perla e candore.

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