venerdì 14 gennaio 2022

senza titolo

E arrivavano ancora, inaspettati, i ricordi della giovinezza, di quando scopavamo la mattina, in una luce che tutto sembrava avvolgere e svelare e ogni cosa era possibile perché non c’era ancora nessuna reale esperienza di quello che significava ferirsi e il tempo era un inganno dalle lunga dita sottili che ancora non ci aveva toccati e ora, più di venti anni dopo, con la vita che mi aveva messo a calci nel culo nella posizione di confrontarmi con lo schifo dei miei simili (ma chi simile a me, aveva detto una volta il giovane scrittore) mi svegliavo di nuovo in una stanza che assomigliava a quella di quando ero stato un ragazzo e ogni cosa sembrava ancora possibile, proprio come allora, solo che adesso non aveva più importanza il pensiero di quello che sarei stato perché già lo ero stato e non me ne fregava più un cazzo di dimostrare nulla, specialmente agli altri, qui ero il centro pulsante di una circonferenza lungo la quale si ritrovavano a passare le persone che avevo intorno, a debita distanza, ero il centro di una ruota, che girando, mi spingeva verso direzioni misteriose, perché ci sono forze che non conosciamo e che mai troveranno una spiegazione - Me ne resto immobile al mio interno anche se tutto continua a muoversi, le cose accadono senza che me ne preoccupi troppo, ripetizioni&improvvisazioni, il dolce teatro delle crudeltà - Ci saranno ancora un inizio e una fine e la possibilità di capire che non esiste inizio e non esiste fine ma solo questa calma nel cuore, quando respiro e mi siedo in silenzio in quel luogo speciale che ho dentro e poi il bianco delle pareti e il sussurro degli alberi, delle foglie, della luce che risplende ovunque e ci sono porte che non aprirò più e volti nascosti dietro di esse e il rumore sordo di nocche che bussano e l’eco sospeso di voci che chiamano e superfici graffiate, ruvide, antiche, non sono io, non lo sono mai stato, non venitemi a cercare qui perché non ci sarà nessuno a rispondervi, mi stendo in una angolo della mia mente ad osservare un tramonto dai colori acidi e liquidi, ti immagino a gambe aperte mentre ti lecco la fica, i tuoi sospiri che gocciolano in stille di piacere soffuso, i tuoi gemiti che di notte mi svegliano e mi fanno girare verso la tua bocca per ascoltarli, sperando che diventino orgasmi, come quelli che avevi dimenticato di trasformare in bugie.

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