E poi bastava scendere al Chico Bar e mettersi a scrivere, cerveza al fianco e la quiete che tornava nel mio cuore e la luce, quella luce dorata, sospesa, nella nuova casa di Sara e il tempo che rallentava al suo interno e quella sensazione dolce e dolente di quando vedevi qualcuno o qualcosa e sapevi che lo stavi facendo per l’ultima volta e tutti i giorni che hanno preteso il loro prezzo, il loro tributo di sofferenza solo perché eravamo vivi e non potevamo fare altro che esistere e poi i sorrisi e i momenti di splendente allegria, negli occhi, sulle labbra, mi ricordo i tuoi brillare, farsi più profondi ogni volta che ti ho vista felice mentre salivo e scendevo da questa giostra delle emozioni con il desiderio in fondo all’anima di andarmene, un giorno, a fare in culo per sempre.
E c’era Vanessa davanti a me, a bere birra, in un incontro che i sogni esigevano e Tim e Scott a parlare seduti a un tavolo di pietra, chissà di cosa, musica, droghe, terra, si, terra, una parte di Cigarrones era in vendita, chi l’avrebbe comprata? O forse parlavano di tutto quello che non riuscivo a capire e che non bastavano gli sguardi a spiegare, ad esprimere e poi ho visto Frasco che risaliva verso la sua casa, ultimo cowboy di questo pueblo (il progetto di un western acido con i desperados locali era ancora in un angolo della mente) - C’era un biglietto di sola andata verso il nulla ed era un viaggio che ci attendeva a tutti quanti, lo avrei fatto da solo, non avevamo compagni in questa ultima fuga, avrei oltrepassato lo specchio e le illusioni di questo mondo che ingoia e divora le nostre speranze trasformandole in debolezze, dolce puttana che ridi con la faccia e la gola inondate di sborra, imparerai ad amare anche queste umiliazioni perché la tua anima è pura e le tue gambe un tempio di tentazioni proibite.
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