Conosciamo
una città in sogno, ancora prima di camminare per le sue strade. Ancora prima
del risveglio sappiamo di esserci persi, di avere incontrato persone, di aver
visitato luoghi in questo doppio onirico, un’altra città oltre lo specchio, che
la luce del giorno può rendere reale o solamente un ricordo sbiadito.
Il
verde intenso dei prati nelle mattine nebbiose, le forme delle chiese di pietra
che appaiono sfuocate nell’aria grigia, le case basse e le vie silenziose, gli
alberi spogli, i bambini che giocano sull’erba inseguendo un pallone, le
bambine hanno lunghi capelli biondi e guance arrossate, piccole voci melodiose
nell’attesa che qualcosa succeda. Le parole fuggono, senza nessun significato,
centinaia di possibilità sconosciute, il sole è un’apparizione improvvisa, il
calore delle sue dita dietro al collo, come carezze delicate di una giovane amante.
Anche
se non dovessi trovare nessuna strada, queste nuove direzioni saranno una cura per
guarire dall’abitudine di giornate che avevano perso il loro senso, le ore
passate a non fare nulla rinchiuso dentro una stanza, tra gli sguardi e i
discorsi di fantasmi e maschere.
Ci
meritiamo una possibilità, la meraviglia di un sogno, conosciamo città perdute,
vi camminiamo solitari, anche se nulla di tutto questo è realmente esistito,
sappiamo, nel nostro cuore, che ogni cosa che è destinata a svanire porta con
sé il respiro di una nuova vita.
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