giovedì 9 giugno 2016

homesick #46

Te le scordavi, con gli anni, le promesse della giovinezza. Ti scordavi i baci e i pompini, gli occhi di una ragazza che brillavano mentre ti guardavano, ti scordavi l’amore e le sue bugie, le parole, le notti, i sorrisi e gli abbracci. Dimenticare era necessario, era una liberazione, non tanto per non commettere gli stessi errori, quanto per non dover pensare di nuovo a tutto quel tempo sprecato, appresso alle idee degli altri, al loro stupido modo di vedere e vivere, il circo era venuto in città, avevi osservato lo spettacolo e pagato caro il biglietto, ti era sembrato anche bello in alcuni momenti, poi le tende erano sparite con le risate e i salti mortali del cuore – faceva caldo per strada e noi eravamo seduti su una panchina, piangevamo e il dolore si scioglieva in quelle lacrime, si sprofondava in un giungla di sentimenti oscuri, bisognava bruciare tutto, innalzare fuochi nella notte, la polvere si sarebbe dispersa all’alba, in vortici di pensieri putridi, aria fresca nella mente, visioni azzurre, oltre l’orizzonte delle nuvole, miglia e miglia lontano da ogni fantasia costruita e svanita, le ombre si sarebbero prese gioco di te e della tua sofferenza, ancora una volta, disegni sui muri della stanza, oscillazioni e crampi allo stomaco, i mantra ripetuti con la bava alla bocca, perché il dolore se ne andasse, perché il dolore fuggisse lontano. 

L’estate è calda, i giornali parlano della Grecia, di un popolo che lotta contro il potere delle banche e del denaro, intorno a me c’è la solita stanca mediocrità, volti cupi e tristi, senza luce, senza gioia, intorno a me, nei corridoi, uomini e donne strisciano verso la propria morte, l’aria del ventilatore è una carezza del passato, quando osservavo il mare dal ponte di una nave e la brezza marina mi sfiorava, le tue mani mi cercavano ancora e ci sono stati tramonti e attese, ci sono stati giorni che si sono trasformati nella crudeltà dei sogni, ricordati solo di innamorarti ancora, perché non c’è nulla, nulla d’altro, oltre questo oceano di speranze mai nate.


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