mercoledì 29 giugno 2016

Bristol #3


Gli alberi hanno occhi e antichi volti e sono piegati e immobili nell’aria fredda della mattina. Poi il pomeriggio, vagando per le strade, senza pranzare, le percezioni che diventano più acute, mentre la città si mostra, con le sue case, i palazzi, i giardini, i ponti e gli specchi d’acqua, le alte torri, giallo ocra, stagliate contro un cielo grigio e blu, tonalità marine e improvvise ferite di luce. Sdraiato sull’erba, in un parco, alcuni ragazzi ascoltano musica trance, giocano con un frisbee e fumano erba, l’odore mi arriva pungente nelle narici, dipinti meravigliosi sulla tela mentale, gli scoiattoli che corrono sui rami degli alberi, cibandosi delle gemme che stanno nascendo, le anatre si muovono lente, nei piccoli stagni, i colori intensi delle loro piume bagnate, sfumature incredibili che brillano nei riflessi del sole, piante e giardini e i gradini a spirale di una torre, percorso psichico verso l’alto, i pensieri che si attorcigliano per poi liberarsi nella visione aerea della città, le campagne in lontananza, gli alberi e le vele di una nave ancorata nel porto. Discese e voli dell’immaginazione, nuove sequenze montate in ordine casuale, il tessuto sonoro degli ambienti è ricco di dettagli uditivi, echeggiano i richiami dei gabbiani lungo i docks, le imbarcazioni con i vogatori che scivolano sull’acqua e le incitazioni del timoniere, i colpi dei remi e il ritmo coordinato dei movimenti, le navi ancorate, il sartiame che vibra, i sussurri di una spessa corda di canapa contro le pietre grigio ardesia del molo, le bitte arrugginite, la voce del capitano che chiama il suo equipaggio, un volta fuori dalle braccia del porto ci saranno solo le stelle a guidare il nostro cammino. 

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