lunedì 21 novembre 2016

Lake District #2



Le sensazioni dell’estate, il calore sulla pelle e il verde intenso dei prati, le enormi eliche che si muovono lente in distanti miraggi, le scintille di luce che vibrano sulla superficie di un lago, leggeri colpi di pennello e vernice gialla sulla tela mentale e una donna che piscia poco lontano da me, abbassandosi i pantaloni, il getto potente dell’urina, le sue risate e i suoi seni enormi, i capelli che avevano sfumature di fuoco e rame. Mi aveva fatto fumare della buona erba, la notte prima e lei ballava e rideva e sapeva cose che avevo dimenticato, cose a cui non riuscivo a dire addio, come l’amore e le emozioni che prendevano forma nel  cuore e ti trasportavano con loro ed erano aria e profumi e petali delicati e canzoni e musica e la luna piena alta nel cielo che ci guardava mentre il fuoco bruciava in un cerchio di pietre e di nuovo steso su un prato, gli occhi chiusi, i ricordi di Maria, i ricordi di un’altra vita, c’era un confine così sottile in tutte le nostre azioni, bisognava possedere un equilibrio che era difficile da mantenere, quando i pensieri e le illusioni, con il loro carico di distrazioni e malinconie, ci facevano oscillare sui bordi dell’abisso e ancora cadute e discese, la terra nera e il suo odore, le notti in cui ho camminato come un tossico, le mattine di silenzio e quiete nella mente, quelle albe erano un dono di pace, vele bianche sopra un mare lucente e calmo. Le note di un pianoforte, Matteo che suonava tutto The Wall dei Pink Floyd in una grande stanza piena di quadri, io e Maria seduti nella cucina a parlare con la madre, l’ultima volta che l’ho vista. Siamo destinati a perderci perché siano ancora più inaspettati i nuovi incontri, non porterò nulla con me, lascerò che questi volti scompaiano, non ci saranno più memorie a cui darò nome, non ci saranno frammenti di gioia e schegge di dolore, le ultime parole, gli ultimi sguardi, finiremo di divorare anche questa polvere in una camera solitaria, fuori dalla finestra posso osservare il cielo trasformarsi. Sanguinano le nuvole nel loro dire addio al giorno.

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