lunedì 6 marzo 2017

dream #56



Sono in un bar, vicino a dove lavoravo prima, sono seduto a un tavolino bianco e ho ordinato un caffè, intorno ci sono parecchi stranieri che parlano in inglese – dei ragazzi sono seduti a un altro tavolino, davanti a me, gli zaini vicini alle sedie, una ragazza ha delle bustine in mano, una con dell’erba, l’altra con dei funghi allucinogeni, mi giro e fuori dalla porta del bar vedo dei ragazzi somali che stanno spacciando, uno di loro entra dentro e mi guarda, poi mi chiede se voglio comprare qualcosa, gli dico che vorrei dei funghi, quanti chiede lui, ho solo dieci pounds gli rispondo, lui tira fuori una bustina e me la passa, la apro, ci sono tre o quattro piccoli funghi bianchi, gli domando se sono abbastanza per un trip, lui non risponde, poi mi chiede se voglio dell’erba, gli faccio segno di no con la testa, poi prendo i funghetti e li osservo sul palmo della mia mano – sono sceso al piano sotterraneo del bar cercando un bagno, ci sono altre persone, spingo una porta bianca e c’è uno spazio molto piccolo con solo una tazza e un lavandino, entro e chiudo la porta, poi mi infilo le mani nelle tasche dei pantaloni e tiro fuori una busta di plastica piena di funghi allucinogeni, decisamente più grande di quella che avevo comprato prima, la arrotolo e me la infilo nelle mutande – sono di nuovo seduto allo stesso tavolino del bar, mi giro verso la porta d’entrata, l’immagine del volto e del berretto di una donna poliziotto che sta parlando con uno dei ragazzi somali – sono nel cesso, mentre mi sistemo ancora una volta la busta nelle mutande, ora lo spazio è più grande e ci sono degli uomini e delle donne con il velo, provo a parlare italiano con una di loro, intanto mi slaccio i pantaloni perché devo pisciare, le donne si voltano spaventate, sono islamiche e quello che sto facendo, in un certo senso, è sbagliato, gli uomini si mettono davanti a loro come a proteggerle, voci fuori dal bagno, qualcuno apre la porta e le fa uscire, chiedo scusa all’ultimo uomo rimasto con me, lui dice che non fa niente, gli dico che non ci ho pensato anche se lo sapevo e che dove vivevo adesso le persone, a volte, andavano in giro nude, lui mi chiede se pisciavano dove gli capitava, poteva succedere, gli dico con un sorriso – salgo di sopra e adesso il bar è vuoto tranne che per la proprietaria, mi domanda se ho scordato qualcosa, la giacca, la mia giacca, mi accorgo che sono rimasto in camicia, con le maniche arrotolate, la vado a prendere nel bagno ma quando esco dal bar sono di nuovo senza di essa, è caldo, c’è il sole, decido di andare in un parco a provare i funghi e vedere cosa succede.

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