Le giornate avevano perso
la loro frenesia e le cose da fare erano diventate più semplici, cogliere
frutta e verdure dall’orto, pulire la casa, cucinare. Avevo una piccola stanza
e vivevo con una famiglia del posto, la casa era enorme e c’erano sempre dei
lavori da svolgere, davo una mano e in
cambio avevo vitto, alloggio e un po’ di soldi. Altri li avevo da parte,
venivano dalla mia vita precedente, non c’era nessun progetto, nessuna
aspettativa, se non quella di stare tranquillo il più a lungo possibile. Niente
droghe, niente sigarette, molta birra.
Passeggiavo lungo un
fiume e attendevo, senza ansie, il passare del tempo e il mutare delle
stagioni, c’era un lago dove nuotare, nelle giornate in cui il sole splendeva,
erba su cui stendersi con il corpo bagnato, mi piaceva andare nell’acqua nudo e
poi sentire il calore della luce sulla pelle fredda, i capezzoli duri, i
coglioni contratti.
La notte leggevo oppure
prendevo il quaderno e mi mettevo a scrivere, alcune mattine dovevo alzarmi
presto, altre no. La coppia che abitava nella casa aveva una figlia di quasi
due anni, Sofia, quando avevo del tempo libero mi piaceva passarlo insieme a
lei e giocavamo per ore, ci capivamo alla perfezione, senza parlarci, solo
guardandoci negli occhi.
Sofia camminava nel
giardino e prendeva more, fragole e lamponi, le mani e la bocca sporche, quando
mi vedeva mi correva incontro, lanciando gridolini argentati, ci sorridevamo,
mi stava insegnando il modo giusto di affrontare le cose, di essere presente in
ogni momento, con la sua curiosità, il suo essere viva e meravigliosa, un
attimo dopo l’altro.
Al tramonto bevevo una
birra, mi sedevo da solo sotto un albero, provavo a pensare al passato, stava
scomparendo, non c’erano echi, voci, immagini. La scelta migliore era lasciarsi
tutto dietro, dimenticare, svanire come la dolce luce del crepuscolo.
Facevo passeggiate in
bicicletta, ancora non capivo bene la nuova lingua, riuscivo a comunicare
l’essenziale in inglese, per adesso bastava così.
L’odore di una rosa in un
vaso, accanto al letto.
Le sue spine, un bacio
dietro al collo, promesse mai mantenute.
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