lunedì 28 settembre 2015

homesick #24

Gli spazzini pulivano le strade, le foglie degli alberi avevano iniziato a cadere, si posavano a mucchi sui marciapiedi e se qualcuno non le toglieva, ai primi forti temporali, avrebbero otturato tutti i tombini delle fogne, con grande gioia del sindaco e dei cittadini. C’erano uomini e donne, armati di spadini e carrelli della spesa, che si facevano intere vie piene di cassonetti della spazzatura, ci si fermavano davanti e davano un’occhiata, se c’era qualcosa che li interessava la prendevano, poteva essere di tutto, lo spadino serviva per raggiungere gli oggetti più lontani, sulla punta dello spadino c’era un piccolo gancio, l’ingegno sembrava continuare a persistere all’interno della nostra razza. 

Davanti all’ufficio, alcune mattine, ti potevi imbattere negli sguardi ostili dei colleghi, ci avevo fatto l’abitudine e non me ne preoccupavo, di solito abbassavano subito gli occhi, quindi il contatto visivo non durava che qualche attimo e poi ognuno per la sua, i rapporti, a volte, finivano così, mi stancavo o qualcosa mi aveva dato parecchio fastidio nel comportamento di qualcuno, poi non ci si parlava più e ci si limitava a passarsi accanto come fantasmi, non è che la cosa mi dispiacesse, ci stavo meglio da solo e soprattutto in silenzio, senza le chiacchiere asfissianti degli altri. 

Sabato pomeriggio me ne ero andato sul terrazzo di casa, a stendere le lenzuola, era fine ottobre e il sole era ancora caldo, mi sono seduto contro un muro giallo ocra, dopo aver messo le lenzuola sui fili e mi sono anche sbottonato la camicia, era metà pomeriggio e sono rimato quasi un’ora così, poi mi sono alzato e mi sono guardato intorno, nel cielo non c’era una nuvola e la vista poteva spaziare per trecentosessanta gradi, potevo vedere la stazione e le montagne azzurrine, il campanile della chiesa e i vestiti e le lenzuola degli altri messi ad asciugare su diversi terrazzi, mi è venuta sete e sono sceso, la Tangenziale, in lontananza, sembrava un fiume muto e quieto, le macchine scivolavano sull’asfalto senza fare rumore.


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