martedì 29 settembre 2015

...

La mia non è stata una vita felice - proseguì Annabelle - credo di aver dato eccessiva importanza all'amore. Mi concedevo troppo facilmente, gli uomini mi piantavano appena ottenuto quello che volevano, e io ne soffrivo. Gli uomini non fanno l'amore perché amano, lo fanno perché sono eccitati; è una cosa ovvia, eppure per capirla ci ho messo degli anni. Intorno a me vivevano tutti così, il nostro era un ambiente liberato; solo che io non provavo piacere né a provocare né a sedurre. Anche la sessualità ha finito per disgustarmi; non riuscivo più a sopportare quel sorriso di trionfo quando finalmente mi sfilavo la gonna, quella loro aria idiota mentre godevano, e soprattutto la villania a cose fatte. Erano meschini, pelosi e velleitari. Mi facevano sentire una bestia, un numero - e questo nonostante mi considerassero una bella fica; già, perché esteticamente gli andavo bene, erano fierissimi di farsi vedere in giro con me. Soltanto una volta ho creduto di vivere qualcosa di serio con un uomo. tanto che addirittura ero andata a stare con lui. Faceva l'attore; aveva una grande presenza scenica, eppure non riusciva a sfondare - tant'è che di solito ero io a pagare l'affitto. Abbiamo vissuto insieme per due anni, poi sono rimasta incinta. Lui mi chiese di abortire. Io lo feci, ma rientrando dall'ospedale sapevo che era finita. Lo piantai la sera stessa, e andai a starmene in albergo. Avevo trent'anni, era il mio secondo aborto, e non ne potevo più. Era il 1988, tutti cominciavano ad accorgersi dei pericoli dell'AIDS, il sesso finì di essere libero, e per me si trattò di una vera liberazione. Ero andata a letto con decine di uomini, e non ce n'era uno che valesse la pena di ricordare. L'idea sbagliata che ci facciamo della vita è che la paura della morte colpisca solo quando si invecchia, e che prima, quando si è giovani e si va in giro a divertirsi, la vita sia sempre e solo spensierata. Invece non è affatto così, gli uomini che ho conosciuto erano tutti terrorizzati dall'idea di invecchiare, pensavano continuamente all'età. E' un'ossessione che comincia molto presto, io l'ho trovata anche in gente di venticinque anni, e poi non fa che aggravarsi. Comunque sia, decisi di fermarmi, di uscire di gioco. Adesso faccio una vita tranquilla, priva di gioie. La sera leggo, mi preparo una tisana, qualcosa di caldo. Nei weekend vado a trovare i miei, gioco con mio nipote e con le mie nipotine. Ciò non toglie che qualche volta senta il bisogno di un uomo, di notte ho paura, faccio fatica ad addormentarmi. Certo, ci sono i tranquillanti, i sonniferi; ma non bastano. In realtà, vorrei che la vita passasse molto in fretta.

Michel rimase in silenzio; non era sorpreso. In genere le donne hanno un'adolescenza eccitata, si interessano in maniera esasperata ai ragazzi e al sesso; poi, a poco a poco, si stancano, non hanno più granché voglia di aprire le cosce, di farsi venire la lordosi a furia di darla; cercano una relazione tenera che non trovano, una passione che in realtà non sono in grado di provare; a quel punto per loro cominciano gli anni difficili.

michel houellebecq
le particelle elementari

Nessun commento:

Posta un commento

freewheelin' #82

  Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...